Twenty bis, Spagnolli non va dal Pm

Gli avvocati evitano rischi prima di conoscere nel dettaglio le carte in mano alla Procura. Quattro i pareri tecnici negativi


di Mario Bertoldi


BOLZANO. La scelta è stata squisitamente tecnica ed è stata decisa dagli avvocati difensori Marco Mayr e Alberto Zocchi. Il sindaco Luigi Spagnolli, indagato con l’ipotesi di accusa di abuso in atti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta sulla concessione rilasciata per il raddoppio del centro commerciale «Twenty», ha deciso di rispondere picche alla convocazione in Procura del pubblico ministero Igor Secco che sta seguendo il caso. Una decisione tecnico processuale che non fa una grinza sotto il profilo della strategia difensiva che gli avvocati mettono abitualmente in campo.

In questo caso, però, sul registro degli indagati c’è il sindaco della città ed i cittadini forse si sarebbero aspettati che il primo cittadino, forte delle proprie scelte, decidesse comunque di affrontare le incognite di un interrogatorio davanti al pubblico ministero, sapendo che avrebbe saputo - sempre ed in ogni circostanza - giustificate il proprio operato. Invece non è stato così. La partita a scacchi con la Procura verrà giocata con estrema accortezza cercando in primo luogo di capire quali sono i termini reali delle contestazioni ed il «perimetro» della problematica sollevata dalla Procura entro il quale il procedimento nei confronti del primo cittadino si svilupperà. Le speranze del pubblico ministero di avere una prima risposta ai quesiti emersi nel corso dell’inchiesta sono però naufragate nonostante il magistrato inquirente, prima della convocazione, avesse provveduto a definire nei dettagli l’atto di “incolpazione” (non si può ancora parlare di un vero e proprio capo d’imputazione posto che l’inchiesta è solo alle prime battute) che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati di Luigi Spagnolli con l’ipotesi di accusa di abuso in atti d’ufficio. Preso atto della definizione del «perimetro processuale», gli avvocati difensori hanno però preferito mettere subito in chiaro che il primo cittadino non si sarebbe presentato e che, entro la fine dell’estate, su ogni punto contestato avrebbero presentato una memoria scritta. Gli interrogativi, dunque, per il momento restano senza risposta, in primo luogo sulle considerazioni (si presume tecniche) che il sindaco fece quando decise di dare il via libera al raddoppio del megastore. Il primo cittadino ha infatti dovuto superare ben 4 pareri tecnici negativi (non vincolanti) che erano finiti sulla sua scrivania per una problematica di fondo legata al vincolo di “tutela C” previsto dall’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile) proprio nel punto dell’espansione del “Twenty” a seguito del corridoio previsto per l’atterraggio degli aerei all’aeroporto di San Giacomo. In effetti, per dare il via libera al raddoppio del megastore il sindaco ha dovuto ritenere superflua anche la valutazione dell’Enac che aveva indicato l’espansione del Twenty «in contrasto con il piano di rischio, aumentando il carico antropico». In termini meno tecnici l’Enac aveva rilevato che risultava in contrasto con le valutazioni di sicurezza prevedere una nuova struttura commerciale in grado di attirare centinaia e centinaia di persone ogni giorno proprio in corrispondenza del corridoio aereo previsto per l’atterraggio all’aeroporto dei velivoli. Pareri negativi furono espressi dall’Enac, dall’Ufficio provinciale aria e rumore e dalle commissioni edilizie comunale e provinciale. Ma la concessione fu rilasciata,.

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