Uccise la moglie a coltellate L’omicida cerca lo sconto 

Il dramma di un anno fa a Selva Gardena. Paolo Zoni sarà processato con rito abbreviato Il dramma forse legato alla passione dell’uxoricida per i “Gratta e vinci” in cerca di fortuna


Mario Bertoldi


Bolzano. Paolo Zoni, l’’uomo di 65 anni che a ferragosto dello scorso anno uccise a coltellate a Selva in val Gardena la moglie Rita Pissarotti (durante un periodo di vacanza), sarà processato con rito abbreviato. L’uomo, che nel frattempo è stato dichiarato semi infermo di mente dal perito Edoardo Mancioppi (a cui era stata affidata la perizia psichiatrica) , ha dunque deciso di evitare il processo davanti alla Corte d’assise ben sapendo che potrà in questa maniera usufruire dello sconto di pena previsto per i riti alternativi. La prima udienza, direttamente davanti al giudice Walter Pelino, è stata fissata per il 9 settembre prossimo. Zoni deve ovviamente rispondere di omicidio volontario, con l’aggravante di aver commesso il fatto nei confronti della coniuge, dunque approfittando anche della relazione di convivenza in essere.

La moglie assassinata aveva 60 anni. Il capo d’imputazione riporta nel dettaglio la dinamica dell’omicidio. La donna sarebbe stata colpita dal marito ripetutamente con un coltello da cucina con una lama di 15 centimetri.

I colpi inferti alla vittima furono venti con coltellate inferte alla testa, al collo, al torace , all’addome e agli arti superiori. Rita Pissarotti non ebbe scampo. Successivamente, l’inchiesta curata dal procuratore Axel Bisignano, appurò che Paolo Zoni era da qualche tempo in cura a livello psichiatrico. Anche per questo la coppia aveva scelto di trascorrere un periodo di ferie in tranquillità in val Gardena in un residence.

La coppia era senza figli. Non è ancora stato possibile accertare quale sia stata la scintilla che ha provocato la tragedia. Un particolare però è emerso dalle indagini della Procura. Pare che la vittima, poco prima di essere colpita e massacrata a coltellate dal marito, avesse tentato di avere un colloquio telefonico (in realtà saltato) con i responsabili della banca presso la quale i due coniugi avevano il conto corrente con il quale gestivano anche i propri risparmi.

La passione di Paolo Zoni per il gioco d’azzardo (a caccia di un pizzico di fortuna in grado di permettere una vita più agiata) potrebbe aver scatenato una lite tra i due sfociata poi nel dramma. Paolo Zoni avrebbe avuto la passione di tentare la fortuna al “Gratta e vinci” e la vittima sospettava che il marito avesse dilapidato troppi soldi mandando in crisi la gestione familiare dei conti.

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