Ucciso dal metadone, caccia allo spacciatore 

La tragedia nel centro per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo. L’autopsia ha rivelato che il 28 enne (arrestato in Alto Adige) fu vittima di una overdose. Caccia allo spacciatore



Bolzano. E’ probabilmente deceduto per gli effetti di una overdose di metadone il giovane albanese arrestato a Bolzano (ove si trovava senza alcun permesso di soggiorno), morto in circostanze non chiare nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia ove era stato trasferito in attesa di essere riportato in Albania.

E’ questa la prima indicazione ufficiale fornita dagli inquirenti all’avvocato Nicola Nettis che ha avuto mandato dalla famiglia di verificare possibili responsabilità di terzi (anche di natura colposa) per la tragedia.

Come si ricorderà lo straniero aveva 28 anni e disponeva di una dimora di fortuna nella zona di Merano. Era giunto in Italia in cerca di lavoro che però non aveva trovato. Viveva dunque di lavoretti occasionali di poco conto e non avrebbe voluto lasciare l’Italia.

Nel luglio scorso, a conclusione di una festa di compleanno, il ragazzo si ubriacò e successivamente tentò di tornare verso casa con una bicicletta rubata. Venne però bloccato dai carabinieri e successivamente arrestato a seguito della reazione scomposta nei confronti degli uomini dell’Arma. Il giovane patteggiò un anno di reclusione con i benefici della sospensione condizionale (e successiva scarcerazione) ma non riuscì ad evitare di essere espulso dal nostro Paese. Nel corso del procedimento, infatti, emerse che la sua presenza sul territorio italiano non era legittima in quanto privo di permesso di soggiorno.

Il giovane venne dunque trattenuto e trasferito , come detto, al Centro di permanenza per il rimpatrio di Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia. Si tratta di una tappa obbligatoria prevista per chi deve essere rimpatriato in Albania in quanto non ammesso in Italia. In questo caso, però, il ragazzo fu costretto anche rispettare un periodo di quarantena imposto dalle disposizioni anti Covid.

Il ragazzo albanese venne così sistemato all’interno di un dormitorio a due posti assieme ad un connazionale sempre in attesa di essere portato al confine e consegnato alle autorità del suo Paese. Il ragazzo arrestato in Alto Adige venne trovato ormai privo di vita sulla sua branda durante i primi controlli della mattina. Per il giovane non c’era più nulla da fare. L’avvocato Nicola Nettis, come detto incaricato dalla famiglia di seguire la vicenda per possibili responsabilità di terzi, ha ottenuto dalla Procura di Gorizia l’effettuazione dell’autopsia ed ora ha ottenuto una prima indicazione importante. Il 28enne albanese, che aveva problemi di tossicodipendenza, sarebbe morto per gli effetti di una overdose di metadone. Secondo i primi dati clinici forniti all’avvocato Nettis vi sarebbe stato un uso massiccio di questa sostanza. Una circostanza che impone indagini approfondite per capire come la vittima fosse stata in grado di ottenere il metadone.















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