Un altro imbroglio per le pensioni d’oro

I criteri di calcolo per le liquidazioni arrivarono all’ultimo minuto in aula Il testo saltò così le discussioni sulla legge. Proteste anti-casta in Regione


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Lo si potrà chiamare il grande imbroglio delle pensioni d’oro. I maxi indennizzi concessi per ridurre i vitalizi a 2800 euro sono stati tenuti segreti fino all’ultimo ai consiglieri semplici del consiglio regionale. È il retroscena emerso nelle scorse ore. Ieri intanto in consiglio regionale a Trento ancora proteste: sulla tribuna cartelli «no casta». Il retroscena: la legge n.6 arrivata in aula il 18 settembre 2012 non conteneva alcun riferimento all’attualizzazione dei vitalizi. Per attualizzazione si intende il conteggio degli indennizzi concessi in cambio della riduzione dell’assegno mensile. La «bomba» venne inserita nella legge attraverso un emendamento presentato il giorno stesso della discussione per sul voto. Vale la pena sottolinearlo: uno dei pilastri della legge saltò tutti i passaggi istituzionali di discussione, per essere paracadutato in aula, riducendo al minimo la possibilità di approfondimento da parte dei consiglieri regionali. Fu insomma una sorpresa all’ultimo minuto dopo mesi di discussioni, passaggi nella seduta dei capigruppo, in commissione e i tanto vantati confronti con i sindacati. La mattina del 18 settembre l’emendamento firmato dall’ufficio di presidenza venne presentato ai capigruppo, che lo sottoscrissero come atto finale del patto trasversale sulla legge. Gli altri consiglieri se lo trovarono da votare, come una modifica di poco conto. L’ufficio di presidenza era composto da Rosa Thaler Zelger (Svp), Marco Depaoli (Upt), Donato Seppi (Unitalia), Mattia Civico (Pd), Hanspeter Munter (Svp) e Florian Mussner (Svp). Rosa Thaler ha sempre rivendicato trasparenza: «L’intero percorso è stato pubblicizzato in ogni passaggio». Dal fronte sindacale arriva la protesta su questo ultimo tassello dello scandalo. «È una vergogna. Hanno usato il confronto con i sindacati per dare lustro a una legge stravolta all’ultimo minuto con la norma sui rimborsi milionari», accusa Michele Buonerba (segretario aggiunto della Cisl), «Pensavo che Rosa Thaler fosse una persona in buona fede, invece si è comportata come una bugiarda. Nel disegno di legge che avevano consegnato ai sindacati non c’era alcuna traccia di attualizzazione. La discussione con noi era basata sulla cancellazione dei vitalizi e il taglio delle indennità dei consiglieri». La ricostruzione è confermata dal resoconto stenografico della seduta del 18 settembre e dai racconti di consiglieri dell’epoca. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) lo ha scritto sul suo profilo facebook: «La legge che è arrivata in aula non conteneva l’articolo 10, quello sui rimborsi anticipati. L’articolo è stato introdotto nella stessa seduta del Consiglio». Lo ribadisce Franca Penasa (ex consigliere della Lega): «L’emendamento arrivò solo quel giorno. Come avremmo potuto approfondire? Una pratica scandalosa di svilimento dell’organismo legislativo».

Il testo. L’emendamento precisava che la misura di riferimento dei vitalizi era l’indennità parlamentare lorda. Il vitalizio sarebbe stato ridotto al 30,40% di quella base di calcolo e per la parte eccedente maturata dal consigliere entro la XIV legislatura «viene riconosciuto il valore attuale». Questa misura era facoltativa per gli ex politici già titolari di vitalizi e obbligatoria per chi ne avesse solo maturato il diritto. In quello stesso emendamento si delegava l’ufficio di presidenza a elaborare i criteri per la quantificazione del valore attuale del vitalizio e «l’eventuale strumento finanziario al quale destinare obbligatoriamente in tutto o in parte gli importi». Parliamo del Fondo Family, del tasso di sconto vantaggioso e dell’innalzamento dell’aspettativa di vita: su alcuni di questi punti la Procura lavora con l’ipotesi di abuso in atti d’ufficio. Per arrivare ai 53 milioni di compensazioni servirono delibere dell’ufficio di presidenza del dicembre 2012, aprile, maggio e novembre 2013.

La nuova legge. È questo il pasticcio su cui la giunta regionale intende mettere mano. Confortanti martedì le prime indicazioni del consulente, il professor Luca Nogler, sulla possibilità di una legge retroattiva: mentre si può pensare a un intervento robusto su chi non percepisce ancora il vitalizio (passa la linea che non sussistano in questo caso diritti acquisiti), si potrebbe ipotizzare anche una sforbiciata ai pensionati, in base al principio di «equità e ragionevolezza».

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