Un tetto di vetro per il chiostro 

Ecco come sarà il futuro Conservatorio. Prevista anche la costruzione di un nuovo piano nel quadrante verso la Kolping con nuovi spazi Un percorso di grande qualità progettuale con la sala concerti che verrà completamente ridisegnata. Il palco sarà sul lato opposto a quello attuale  


Paolo Campostrini


Bolzano. Un tetto di vetro a coprire l'antico chiostro, per preservarne l'integrità storica e rilanciarlo come nuovo spazio urbano. Ecco cosa c'è nel futuro del Monteverdi. Una riqualificazione che parte da un restauro conservativo fino al rinnovo di un insieme che , ora, prova semplicemente a sopravvivere frenando il degrado. E poi la costruzione di un nuovo piano, nel quadrante verso la Kolping, gli ingressi, gli spazi interni . Infine, degna conclusione di un percorso di grande qualità progettuale, il ridisegno della sala concerti. "La rigireremo letteralmente - spiega Barbara Bruccoleri - col palco che adesso è da un lato che finirà dall'altro...". Il tutto per una scelta di fondo: far uscire il Conservatorio dalla decadenza strutturale. Ma anche per una nuova visione del suo ruolo, questa sì tutta "politica": riportarlo al centro del centro di Bolzano. In termini di fruibilità, aspetto architettonico, possibilità di diventare un luogo aperto agli eventi e non solo agli specialisti e agli allievi. Barbara Bruccoleri è l'architetto che ha in mano lo schema preliminare di questa impresa. La quale è alle viste: la Provincia, giusto ieri, ha avviato l'indagine di mercato per reperire una location provvisoria per il Monteverdi e consentire così l'avvio dei lavori che lo riguardano. Durata? Non meno di 4,5 anni. Una cosa grossa. Per una struttura di vaste dimensioni. E ricca di sovrapposizioni. Non solo storiche , che pure presentano una certa complessità d'approccio, ma soprattutto in termini amministrativi. Ad esempio: 1) La farmacia al piano terra. La Provincia vuole acquistarla dal Comune per ragionare sull'edificio nel suo complesso ma il sindaco non cede: "O mi danno un'alternativa nella stessa piazza, per rispettare le distanze tra farmacie, oppure noi, cioè Bolzano, se la tiene. Niente si svende. Perché è anche una fonte di reddito di parte corrente. Pensate che finora mi hanno offerto solo un secondo piano...". 2) l'Università: gli architetti si stanno ponendo il problema di come gestire la presenza degli uffici amministrativi, perchè se saranno in sinergia con la Lub, una volta che il Conservatorio sarà trasformato in facoltà, è una questione , se invece saranno autonomi è un'altra.

Dunque, si sta lavorando su più piani , Comune, Provincia, ateneo, anche politici, tutti in grado di condizionare in qualche modo la disposizione del progetto sul terreno. Il quale è a buon punto. E mostra già le novità che porta con se. Ad esempio, l'ingresso: "Se potremo comprendere nel lavoro anche lo spazio attualmente occupato dalla farmacia - rivela l'architetto Bruccoleri - si potrà ragionare sul Monteverdi anche come una grande vetrina aperta su piazza Domenicani. Altrimenti si lavorerà, migliorandolo, sull'attuale porta d'accesso...". Ma una "vetrina" ci sarà comunque. E sarà il chiostro. Che è una parte importante della storia religiosa e architettonica della città. Un unicum, con la chiesa dei Domenicani lì a fianco. E già integrato col Monteverdi. Ma l'intervento previsto, che riguarderà la costruzione di una copertura trasparente, contemporanea, di grande leggerezza anche di materiali, ne farà un punto di riferimento per le attività culturali della città. "E' stato, questo elemento- rivela Bruccoleri - uno dei punti di partenza dell'intero percorso progettuale. Trasformare il chiostro in una nuova opportunità di convivenza tra i bolzanini e il loro centro musicale, per poter ospitare eventi e incontri". In sostanza: quasi una nuova sala concerti. In aggiunta a quella storiche che subirà un profondo intervento riqualificativo, per migliorarne l'acustica e anche la logistica, visto che l'inversione del palco, il "rigirarsi" totale dell'intera sala , consentirà una migliore movimentazione degli strumenti, soprattutto quelli più pesanti come i pianoforte. Poi l'innalzamento della parte retrostante del complesso di un piano, così da uniformare i volumi e ampliare gli spazi interni. Ma la caratteristica di questo intervento è la sua complessa flessibilità: "Fin dall'inizio - dice infatti l'architetto - ci siamo mossi tenendo presente la possibilità di mutare in corsa una serie di elementi, come ingressi e spazi per gli uffici, proprio nella prospettiva che accordi tra le istituzioni coinvolte aprissero questa o quell'altra opportunità ". Resta un fatto ormai: il Monteverdi è partito per il suo futuro. Alla ripresa, la Provincia avrà forse individuato la sua sede provvisoria e il progetto sarà pronto ad uscire dalla sua fase preliminare per affrontare l'appalto.

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