Un treno-amico contro il bullismo

Parte domani l’iniziativa promossa dalla scuola alberghiera “Ritz” in collaborazione con Polfer e Trenitalia


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Un treno verde con il cappello bianco, il papillon e le chiavi - ovvero i tre simboli dell’istituto alberghiero di lingua italiana “Cesare Ritz” di Merano - è il logo disegnato da Felipe Martinelli - studente del secondo anno dotato di vena artistica e in tasca il sogno di fare un giorno la guida turistica a Firenze - per il progetto “Train friend”, promosso dalla scuola in collaborazione con la Polfer e Trenitalia.

Da domani sul treno delle 6.59 da Bolzano a Merano e su quelli delle 13.19 e 16.19 che fanno il percorso inverso ci saranno tre operatori, messi a disposizione dalla scuola, perfettamente riconoscibili perché indosseranno la T-shirt con la scritta “Train friend”. Obiettivo dell’iniziativa: parlare con i ragazzi, educarli, cercando in questo modo di prevenire gli episodi di bullismo e vandalismo che periodicamente si verificano proprio sui treni dove c’è un’alta presenza di studenti.

Il bullismo. «Capita spesso che - ha spiegato il comandante della Polfer Vincenzo Tommaseo - non si rendano conto delle conseguenze che possono avere certi gesti come il lancio di oggetti dai finestrini - si va dall’estintore al posacenere, alle mele una delle quali un giorno ha centrato ferendolo un ciclista; è capitato che da un treno proveniente dalla Bassa Atesina abbiano gettato addirittura i sedili - o atti di bullismo che spaventano in particolare i ragazzini del primo anno e preoccupano le famiglie».

Di fronte a certi episodi, ai timori dei genitori e alle lamentele di qualche studente, Maria Pascarella, direttore della scuola alberghiera che conta 500 studenti, Pier Rizzato, educatore del convitto, e Silvana Martuscielli del Forum prevenzione hanno cominciato a chiedersi, se la scuola chiamata a “dare contenuti ma anche ad educare” potesse in qualche modo “presidiare” il treno, anche se non rientra nel suo specifico raggio d’azione. Sono iniziati i contatti con la Polfer e con Antonio Cavazzana, responsabile della produzione per il Trentino Alto Adige di Trenitalia, per cercare di capire cosa e come si potesse intervenire.

«È così che è nata l’idea - ha detto Pascarella - di sfruttare quello spazio non presidiato che è il treno come un’ulteriore opportunità educativa. Questo anche in considerazione del fatto che almeno 200 dei nostri studenti arrivano ogni giorno in treno da Bolzano».

Il problema successivo è stato quello di individuare le persone con cui attuare l’obiettivo pedagogico, prima che repressivo, del progetto.

I tre operatori. La scelta è caduta su tre persone che collaborano già con la scuola e comunque con i ragazzi ci sanno fare. Sono Stefano Rossetti, operatore di strada a Bolzano, allenatore di calcio e direttore sportivo della “Stella azzurra”; Manuel Dallan e Hartmann Stragenegg sono i due “giganti” del terzetto: il primo, allenatore della Sudtirolo rugby, vanta 20 presenze in nazionale e sette scudetti italiani; il secondo ha un passato da pugile e un presente da operatore di strada a Merano oltre che di gestore della palestra “Fighting Club”.

«Non si tratta ovviamente - ha precisato Rizzato - di tre buttafuori. A loro è affidato il compito di conoscere i ragazzi, ascoltarli, parlare loro per cercare di migliorare il clima del viaggio».

Per le prime due settimane la presenza sarà costante, poi i tre operatori saranno sui treni in giornate differenti.

«Si parte con la sperimentazione - ha detto Maria Pascarella direttore del “Ritz” - che durerà fino a giugno, quindi si ripartirà in autunno. E non è detto che altre scuole non aderiscano al progetto».

La necessità di educare gli studenti a tenere un certo comportamento riguarda tutti gli istituti, ma al “Ritz” è un’esigenza particolarmente sentita.

«Quando escono da qui e ancora prima - ha detto la responsabile - durante gli stage, oltre che essere bravi in cucina, in sala e alla reception, devono sapersi comportare in un certo modo. A scuola, quando indossano la divisa, sono tutti molto professionali, non è sempre così quando si ritrovano assieme sul treno».

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