UNITA' D'ITALIA - FORUMBolzano: nei quartieri italiani migliaia di tricolori da balconi e finestre / Foto

In qualche quartiere di più, in altri molto meno. È stata una sorta di censimento etnico spontaneo. Bastava guardare, per comprendere chi abiti in quell'appartamento o nel tal condominio


Davide Pasquali


BOLZANO. Se ne sono esposte a migliaia e, diciamocelo, non se l'aspettava nessuno. E invece, i bolzanini stavolta si sono orgogliosamente riscoperti dei veri italiani. Vista la pioggia fastidiosa e la quasi totale assenza di manifestazioni pubbliche ufficiali (e apartitiche) il bolzanino medio ha deciso di festeggiare l'anniversario in maniera assai elegante, sommessa, disciplinata, necessariamente casalinga: si sono riesumati i Tricolori e li si è esposti fuori casa, ovunque.

In qualche quartiere di più, in altri molto meno. È stata una sorta di censimento etnico spontaneo. Bastava guardare, per comprendere chi abiti in quell'appartamento o nel tal condominio.

Il particolare degno di nota è questo: nemmeno una punta di arroganza, senza tronfi trionfalismi, contro nessuno. Soltanto così: una festa e basta. Come sarebbe dovuta essere se qualcuno non l'avesse rovinata; com'è stata nel resto della Penisola. Uniti, assieme, almeno per una volta.

C'è chi ha cominciato giorni e giorni fa, ma i più si sono attrezzati alla vigilia, tornati a casa dal lavoro. Ieri mattina, poi, quando in tanti hanno alzato le tapparelle e si sono resi conto di cosa stesse accadendo, sono andati a rovistare nei cassetti, negli armadi, in cantina. Qualcuno ha telefonato ai genitori, ai nonni. Perché nel resto d'Italia a vendere le bandiere erano negozi e vucumprà. Ma da noi, vai a trovarne una nuova... Ma non ci si è persi d'animo e in migliaia hanno trovato il modo di esporre il loro Tricolore.

Non sempre in maniera ortodossa, nel verso giusto. Un'esposizione all'italiana, come viene viene, ché l'importante era avercela, dritta o storta, orizzontale o verticale.
Il clou si è registrato nei dintorni di piazza Matteotti, soprattutto nelle vie Torino, Milano, Palermo, Dalmazia. E allora, di primo acchito, verrebbe da pensare ai vecchi nostalgici, agli abitanti di una certa età. E invece no, perché bastava farsi un giro pure a Casanova e a Firmian, i nuovi quartieri dove i più sono coppie giovani con figli piccoli, le nuove generazioni: pure qui vessilli verde-bianco-rossi appesi a finestre, balconi, giroscale.

Diversissime le dimensioni. C'è chi ha issato un vessilletto piccolo piccolo, con scritto sopra: viva gli Alpini; e c'è chi ha esagerato, esponendo dei bandieroni che chissà dove li hanno presi. L'oscar delle dimensioni a un balcone di via Resia: terrazza ad angolo con un sei metri per tre. Anche Tende Tiozzo, in Zona, avendo materia prima a disposizione, non ha lesinato sulla stoffa. Chi ha veramente esagerato, ma bisogna ammetterlo, con una maliziosa e beffarda alzata di ingegno, è stata la Biancofiore: un bandierone formato da triplice enorme drappo a coprire il duce: coperto sì, ma da un bel Tricolorone.

C'è chi non è riuscito a trovare la bandiera. E allora si è ingegnato altrimenti. Poco importa chi li abbia esposti. Decine di lampioni con tre palloncini: uno verde, uno bianco, uno rosso. Primo premio per l'arte di arrangiarsi, a un balcone di via Palermo: sul filo dello stenditoio pantaloncini verdi, maglietta bianca, maglietta rossa. In tinta, coordinate, addirittura le mollette. C'è poi chi ha riesumato la bandiera marittima, quella con gli stemmi delle quattro repubbliche marinare. E chi, ma pochissimi, hanno dimostrato di possedere conoscenze storiche esatte: dal cassettone della nonna, fuori il tricolore sabaudo.

Qualcun altro, invece, alla Haus der Kultur in via Sciliar, sede degli Schützen, a dieci metri in linea d'aria da palazzo Widmann, ma sul retro, semicelato, ha esposto un bandierone austriaco, listato a lutto. Subito rimosso.













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