Università del Conservatorio, primo ok 

Nella legge statale per il bilancio 2018 entra la previsione di trasformazione del Monteverdi



BOLZANO. L’Università della musica è (quasi) realtà. La maratona di 24 ore della Commissione bilancio alla Camera si è chiusa con l’ultima serie di provvedimenti incassati dalla Svp. Tra questi, la norma che pone le basi giuridiche per la trasformazione del Conservatorio Monteverdi. L’altra notte si sono dati il cambio in commissione i deputati Daniel Alfreider e Manfred Schullian. La legge di bilancio 2018 verrà ora votata alla Camera e tornerà al Senato. Tra i provvedimenti per l’Alto Adige, anche la conferma della previsione di concessione A22 alla società in house, i contratti d’opera per i medici, la competenza sulle concessioni per l’acqua.

L’Università del Conservatorio è un obiettivo fortemente sentito dal rettore della Lub Paolo Lugli e dal neo direttore del «Monteverdi» Giacomo Fornari, che ne ha parlato sul nostro giornale nelle scorse settimane. «Saremo un progetto pilota per l’Italia. Possiamo provare a gestire questo momento di transizione guardando anche ad altre esperienze», ha detto Fornari, «La legge del 1999 ci chiede alcuni passaggi. Si tratta di gestirli con delicatezza. Ma anche di avere chiaro l’obiettivo. In Italia abbiamo una scuola molto professionalizzante, cioè i Conservatori. Formiamo musicisti. E lo facciamo prima dei 18 anni e in modo aperto. Questa è la nostra antica tradizione, lunga quattro secoli. Poi c’è quella austro-tedesca che, dall’Ottocento prevede gli atenei musicali. Possiamo trovare una strada intermedia proprio qui, da noi. Portarci dietro la tradizione conservatoriale e diventare università». Fornari parla di una « rivoluzione copernicana». E infatti, aggiunge, «capisco anche resistenze, dubbi, incertezze da parte di molti soggetti coinvolti in questo cambiamento».

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