Urbanistica, è caos sulla legge «Si favoriscono gli speculatori»

Consiglio provinciale, iniziata la discussione in commissione. Critiche di Comuni, Verdi e protezionisti Dello Sbarba: svuotati i poteri dei consigli comunali. Con la scusa della velocità si toglie trasparenza


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Attacco concentrico alla nuova legge urbanistica provinciale. È iniziata ieri la maratona per l’esame in commissione legislativa del testo che dovrebbe mettere ordine a una normativa cresciuta a dismisura negli anni. Oggi nuova seduta in commissione con l’assessore all’Urbanistica Elmar Pichler Rolle. Ma sulla legge c’è una pioggia di no, sia in consiglio provinciale che fuori. Duro il giudizio di Verdi e associazioni protezioniste. I Verdi hanno presentato emendamenti su emendamenti. Heimatpflegeverband e Dachverband hanno inviato dettagliati pareri con osservazioni critiche. E anche il Consiglio dei Comuni ha depositato un parere con numerose richieste di modifica. Il presidente provinciale Luis Durnwalder ha annunciato che con il Consiglio dei Comuni è stato trovato un compromesso su due terzi dei punti controversi. Il braccio di ferro riguarda la filosofia stessa della legge. La giunta provinciale rivendica una rivisitazione della materia urbanistica all’insegna della sburocratizzazione e della velocizzazione delle procedure. Gli ambientalisti ribattono: si fa passare come semplificazione un alleggerimento dei poteri dei consigli comunali rispetto alle giunte comunali e dei Comuni stessi a vantaggio della Provincia. Messo in dubbio dagli ambientalisti anche che il disegno di legge abbia raggiunto l’obiettivo di semplificare l’attuale giungla urbanistica. La seduta di ieri ha aggiunto ulteriore incertezza, perché la maggioranza è arrivata in commissione con decine di pagine di emendamenti. Riccardo Dello Sbarba (Verdi): «La legge è una giungla e la riforma è una giungla al quadrato, che apre nuove possibilità di speculazione nel verde».

Sulle aree produttive pende poi quella che Dello Sbarba definisce enfaticamente una «bomba atomica» e Albert Willeit (Heimatpflegeverband) contesta come «pura assurdità». Su questo tema il Consiglio dei Comuni ha chiesto la cancellazione della nuova regolamentazione.

Sul disegno di legge 167/13 «Modifiche di leggi provinciali in materia di urbanistica, tutela del paesaggio, foreste, bonifica, attività ricettiva ed espropriazioni» il passaggio alla discussione articolata ieri è stato approvato con 5 sì (Svp), 3 no e 1 astenuto. Anticipa la presidente di commissione Maria Hochgruber Kuenzer (Svp): «L'urbanistica è uno dei più importanti mezzi di gestione di Provincia e Comuni, e tutti i settori economici, nonché le associazioni ambientaliste, hanno fatto presenti i loro progetti e bisogni. In commissione condividiamo l'opinione che si debba impedire l'accaparramento del limitato territorio da parte di speculatori».

Dello Sbarba riassume la novità sulle zone produttive: «Con l’ennesimo articolo 51 quater si ribalta l’assetto attuale. Oggi l’individuazione delle zone produttive parte dalla pianificazione, cioè dall’interesse pubblico e in base a quello vengono effettuati gli espropri. Ciò diventerebbe una eccezione. D’ora in poi la normalità sarebbe che il Comune compri un terreno a prezzo di mercato, senza espropriarle: ciò significa che le zone produttive verrebbero realizzate solo dove i contadini decideranno di vendere terreni, non dove è più razionale insediarle. C’è poi, ad aggravare il quadro, anche la previsione che le zone produttive nascano su iniziativa privata». E ancora, accusa Willeit, «viene indebolito il ruolo dei consigli comunali». Spiega Dello Sbarba: «Una serie di procedure autorizzative vengono trasferite dal consiglio comunale alla giunta. Nel complesso i Comuni ne usciranno indeboliti, perché si allarga la possibilità per la Provincia di intervenire d’ufficio. Con la scusa di sburocratizzare si tagliano controlli e trasparenza».

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