Urbanistica, approvata la «lex Benko»

Via libera all’articolo sulla procedura semplificata per il megastore. Widmann: aree produttive, addio agli espropri



BOLZANO. È passata la cosiddetta «legge Benko», la norma urbanistica che consentirà una procedura semplificata al progetto dell’imprenditore austriaco nella zona di via Alto Adige. Il consiglio provinciale ha approvato ieri pomeriggio l’articolo 5 bis della legge urbanistica. Inutile l’appello finale dell’Unione commercio, che aveva chiesto di sospendere la discussione, e le critiche avanzate da una parte dell’opposizione, i Verdi in particolare. Altra novità della discussione di ieri sulla legge urbanistica è stato il ritiro da parte dell’assessore Thomas Widmann del contestato emendamento che prevedeva le aree produttive di iniziativa privata. Già bocciato in commissione legislativa con voti Svp, l’emendamento era stato ripresentato ma ancora una volta sono prevalsi i dubbi della Svp e dell’assessorato all’Urbanistica guidato dall’assessore Elmar Pichler Rolle. Widmann è però soddisfatto per l’approvazione di uno dei punti portanti della legge, la rivisitazione radicale dell’esproprio per le aree produttive, che in futuro verrà applicato solo in casi eccezionali. Passa il principio dell’acquisto con valore di mercato. Sul progetto Benko è stata determinante l’approvazione dell’emendamento firmato dall’assessore Christian Tommasini (integrato da Pichler Rolle), che prevede, accanto all’inter tradizionale, che il presidente provinciale o un privato possano promuovere un accordo di programma per la riqualificazione urbana, garantendosi un iter velocizzato. Riccardo Dello Sbarba (Verdi) critica: «Il privato fa la sua proposta alla giunta comunale, quindi alla maggioranza, e non al Consiglio: se la maggioranza dice di sì, confinanti e cittadini non hanno diritto di parola, questa va solo ad eventuali concorrenti. Al consiglio comunale arriverà solo la convenzione già firmata dal sindaco. È poco probabile che il Consiglio dica di no, perché questa di fatto rappresenterebbe una sfiducia al primo cittadino». Pichler Rolle replica: «Questa non è una legge concepita per una persona. La disposizione non è nemmeno del tutto nuova: il piano per la riqualificazione urbanistica esiste dal 2007. L’attuazione del progetto esige che vengano concordate una serie di esigenze: ecco perché c’è il coinvolgimento della giunta. Non sono d’accordo con Dello Sbarba che il consiglio comunale sarà di fatto costretto ad approvare il progetto, perché gli arriverà come un pacchetto “prendere o lasciare”. Il sindaco costruirà necessariamente un accordo politico ben prima del voto in Consiglio». La riforma relativa alle aree produttive, sottolinea Widmann, «costituisce un nuovo inizio, perché due elementi centrali della regolamentazione finora vigente, esproprio e assegnazione, vengono eliminati. Pertanto l'insediamento in un'area produttiva non richiederà più anni, bensì solo alcuni mesi. Da subito vale il principio della libera disponibilità di superficie. La nuova impostazione si basa su tre cardini: Puc, piano di attuazione e concessione edilizia: il Puc definisce dove sorge un'area produttiva, il piano di attuazione denomina l'intervento all'interno della zona produttiva e con la concessione edilizia viene suggellata la sua realizzazione». La discussione proseguirà a metà della settimana. (fr.g.)

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