COVID

Ventimila vaccinati in due settimane. L’Asl prepara il piano: prima i sanitari 

La lotta al contagio. Prevista per fine gennaio la tranche iniziale di dosi. Zerzer: «Si partirà con gli ospedali, il personale delle Rsa e gli ospiti». A Egna il centro logistico di stoccaggio con tre ultracongelatori, poi la distribuzione nei comprensori


FRANCESCA GONZATO


Bolzano. Il Covid continua la marcia letale e in parallelo alla gestione delle cure, la Asl prosegue nell’organizzare la campagna di vaccinazione: il direttore generale Florian Zerzer informa sugli sviluppi degli ultimi giorni. 

Il vaccino

Nessun vaccino è stato ancora autorizzato dalle agenzie europee, a differenza del Regno Unito, che dalla prossima settimana inizierà a somministrare il vaccino della Pfizer. Per l’Unione europea la prima autorizzazione, sempre Pfizer, è prevista entro Natale. Asl e assessorato sono al lavoro. «Non c’è ancora nemmeno un vaccino autorizzato, ma dobbiamo farci trovare preparati per quando arriveranno le prime dosi», sottolinea Widmann, che avverte, «Non vogliamo creare false illusioni tra i cittadini. La prima fase riguarderà solo sanitari e Rsa.».

Le categorie

Zerzer prevede l’invio da parte dello Stato di 20 mila dosi di vaccino intorno alla fine di gennaio. Le priorità sono state decise nel piano vaccinale illustrato pochi giorni fa da Speranza. «Stiamo effettuando le simulazioni. Con 20 mila dosi riusciremo a vaccinare in due settimane il personale degli ospedali, gli operatori e gli ospiti delle residenze per anziani», riferisce Zerzer. Dopo tre settimane ogni soggetto dovrà essere sottoposto all’iniezione di richiamo.

L’organizzazione della Asl riguarda al momento solo questa prima tranche. Le successive partite di vaccini verranno assegnate ai soggetti a rischio e agli anziani (con scaglioni dagli 80 anni), a scendere fino ai giovani. Ricordando il dibattito scientifico in corso, Zerzer anticipa il tema degli ex malati di Covid: «Vedremo se verrà prevista una verifica degli anticorpi presenti nei guariti». La Provincia non può acquistare il vaccino. «Secondo il governo entro settembre dovranno essere tutti vaccinati. Faremo la nostra parte, ma dipenderemo dallo Stato per le dosi», riferisce Zerzer.

L’organizzazione

La sfida logistica legata alla vaccinazione di massa è ormai nota e coinvolgerà tutti i livelli, dallo Stato alle aziende sanitarie. Partire con il vaccino Pfizer significa garantire in loco lo stoccaggio a meno 80 gradi. La Provincia ha ordinato tre ultracongelatori, ricorda Zerzer, con capienza da centinaia di migliaia di dosi. «Se dovessero esserci problemi nell’arrivo di uno degli ultracongelatori, abbiamo già definito una collaborazione con l’Eurac, che può metterci a disposizione i propri congelatori speciali», riferisce Zerzer. La Asl sta individuando il sito per lo stoccaggio delle dosi destinate all’Alto Adige: due opzioni, una a Bolzano una a Egna, più probabile la seconda. Andrà poi organizzata la catena del freddo (non può essere interrotta) per la seconda fase, la somministrazione sul territorio. Verrà lanciato un bando per il trasporto con mezzi refrigerati speciali dei vaccini negli ospedali, che dispongono di propri frigoriferi. Serviranno decine di team (composti da due persone) per le vaccinazioni. Anticipa Zerzer: «Negli ospedali verrà vaccinato il personale sanitario, poi i team si recheranno sul territorio per la somministrazione nelle case di riposo». Solo a Bolzano serviranno 33 team, anticipa Zerzer, «in quelle settimane si dovrà sottrarre personale dai servizi per costruire i team di vaccinazione, a meno che lo Stato non invii rinforzi».

 













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