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Via Cesare Battisti, la Provincia di Bolzano annulla la concessione di villa Mathilda

La giunta provinciale blocca il cantiere. Il fascicolo tornerà ora in commissione comunale



BOLZANO. Bloccato il cantiere all'incrocio tra via Cesare Battisti e via Virgilio dove sta sorgendo un condominio di sei piani. Via Cesare Battisti 8: un 'odissea. Il Tar ha deciso di annullare la concessione di una variante edilizia ma la giunta provinciale è andata oltre ed ha annullato la concessione stessa. Risultato? I lavori, arrivati quasi al tetto, ieri sono stati interrotti ma la questione resta sospesa.

Secondo la decisione della Provincia "ex legge 105" tutto il fascicolo e il cantiere saranno costretti a ritornare in commissione edilizia comunale.

E' un'odissea nello spazio, "villa Mathilda", perchè al centro della battaglia legale c'è la distanza. Troppo poca secondo i ricorrenti. E , ora , anche secondo la giunta provinciale che della legge sulle distanze è l'autrice e, dunque, la depositaria prima.

Ma odissea anche nel tempo. Perchè i lavori sono slittati sotto i colpi dei vicini, dei ricorsi, delle riunioni di commissione municipali che di volta in volta hanno dato prima parere positivo, poi negativo, poi sospensivo.

"Dovevamo finire in luglio - dice Alexa Bragagna che conduce il cantiere - ma a questo punto andremo a novembre o più in la ...". Oppure si riprenderà da capo come promettono gli architetti consulenti di una delle parti ricorrenti. Che dicono: "La legge provinciale parla di distanze garantite di dieci metri, qui siamo sotto gli otto. E in ogni caso: quali che siano i centimetri o i metri mancanti o in eccesso, la norma parla chiaro e definisce questi criteri inderogabili".

E dunque potrebbe essere la premessa per un abbattimento? O è troppo?

"Intanto il cantiere andrà bloccato. Poi ci sarà la commissione edilizia che ridiscenderà in campo. E dovrà farlo sul serio, non con la lentezza e l'acquiescenza con cui il Comune ha seguito la questione finora...". Ma la storia è controversa. Condita da inevitabili ripicche tra vicini ("mi toglieranno il roseto e la visuale" ha protestato subito uno di loro), ma anche da tentativi di porre il tema su livelli urbanisticamente (e storicamente) più complessi. Come quello di inserire la palazzina di via Cesare Battisti nel contesto di un insieme razionalista da preservare. Anche se la qualità dell'immobile ha impedito finora di porlo sullo stesso piano di strutture ben più notabili. Insomma, un pantano.

"C'è gente che è arrivata a minacciarmi - confessa Alexa Bragagna - e da quando ho in mano questo cantiere la mia vita è cambiata". Il problema è, come spesso accade, il "costruire sul costruito". Aprire cantieri nel fitto abitativo già consolidato.

Unica strada possibile, secondo le giunte comunali fin qui succedutesi. Col doppio freno, in ogni caso, della legge sulle distanze e di quella degli insiemi. Quest'ultima, di marca bassettiana, prevede che non solo singoli edifici ma "insiemi di edifici" possano essere posti sotto protezione urbanistica perchè rappresentativi di un'epoca o di eventi particolari. Naturalmente tutta Bolzano pretenderebbe di esserlo.

"Ecco perchè - dice ancora Bragagna - vorrei che ci fosse certezza del diritto. Noi lavoriamo su insiemi già definiti. Se qualcuno vuol mettere in piedi nuove battaglie, si impegni per ampliare gli insiemi. Ma si impegni prima, non dopo." Ma il verde? Nel suo progetto è previsto? "Sì. Ce lo impone la legge. Resterà perchè a Bolzano siamo obbligati a mantenerlo".













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