Bolzano

Via Einstein, addio sottopasso: la falda acquifera va protetta

L’assessorato all’Ambiente verso il «no» definitivo. L’alternativa: un sovrappasso, con i vincoli dell’aeroporto. Ruffini: «Non si mette a rischio l’acqua potabile». Ss12, Fattor porta in giunta la proposta «leggera», senza camion 


Francesca Gonzato


BOLZANO. È sempre più probabile lo stop al sottopasso di via Einstein/via Galvani. Andrà studiata una alternativa al percorso interrato, uno dei progetti della Agenda Bolzano concordati tra Provincia e Comune per riorganizzare la viabilità di Bolzano sud, insieme al sovrappasso via Einstein/via Galvani . Inevitabile un ulteriore allungamento dei tempi. Nei mesi scorsi, come riferito, i tecnici dell’assessorato provinciale all’Ambiente avevano inviato ai colleghi delle Infrastrutture una serie di pre-pareri negativi, legati alla necessità non negoziabile di tutela della falda. Va ricordato che il tema ambientale è esploso durante la progettazione definitiva, bloccandola.

Da quanto emerge, il parere negativo vincolante non verrà modificato. «Chiederò a breve un incontro con l’assessore Daniel Alfreider. Andrà cercata una soluzione», riferisce l’assessore all’Ambiente Giuliano Vettorato. «Nelle progettazioni importanti spesso si arriva alla scelta di un compromesso. In questo caso la nostra posizione è forte e motivata», così il direttore dell’Appa Flavio Ruffini, «Con gli scavi si rischia di compromettere la falda acquifera, un bene inestimabile per la città, oggi e in prospettiva». L’ingegner Valentino Pagani (direttore ripartizione Infrastrutture) non considera ancora chiusa la partita del sottopasso: «Confido nelle prove di pompaggio e nella ulteriore consulenza. Sono convinto che esistano gli strumenti per costruire in sicurezza». Azzerare tutto e ripartire con un progetto di sovrappasso, al posto del sottopasso, comporterebbe una complessità ulteriore: in quella zona si dovrebbero rispettare i vincoli in altezza del piano di rischio dell’aeroporto.

Le ragioni del no

Le ragioni dell’assessorato all’Ambiente sono articolate, non traspare la possibilità di un parere positivo. Thomas Senoner (direttore dell’ufficio Gestione sostenibile delle risorse idriche) ricorda che negli anni «moltissimi progetti, che fossero aziende o abitazioni, si sono visti negare l’autorizzazione ad andare oltre un piano interrato o addirittura hanno dovuto tenere i posti auto in superficie». Il sottopasso di via Einstein è previsto a quota -11 metri, ben più in profondità rispetto alla falda acquifera, che a Bolzano sud si trova a circa -3 metri.

Le regole sulla tutela

Senoner sintetizza: «La quasi totalità dell’acqua potabile di Bolzano viene estratta dal sottosuolo, grazie a numerosi pozzi ad alta profondità. È una risorsa che non può essere messa a rischio in alcun modo. Nel 1983 la Provincia ha messo sotto tutela l’intera conca di Bolzano. Gli scavi sono regolati». Il limite raggiungibile, spiega, è il «livello massimo normale della falda». Durante l’anno il livello della falda varia in modo significativo. «Ora siamo al livello massimo, a causa dello scioglimento delle nevi», riferisce Senoner. Il punto di tutela viene individuato nel livello più alto, verso la superficie del terreno, raggiunto di norma durante l’anno. In città le situazioni variano enormemente: in centro la falda arriva ad essere dieci metri più profonda rispetto a Bolzano sud. I cantieri possono scendere di più.

Il sottopasso

Costruire un sottopasso a -11 metri significherebbe entrare con il cantiere completamente all’interno della falda acquifera di Bolzano sud. «Si arriverebbe anche oltre il livello della fase di “magra”», riferisce Senoner, «Ciò comporterebbe un rischio elevato di compromettere o inquinare la falda».

Questi pareri negativi comportano inevitabilmente un braccio di ferro con i tecnici e i politici che spingono per le infrastrutture. La solita dialettica ambiente/infrastrutture.

Ma Senoner ricorda: «Le regole del 1983 hanno comportato molti dinieghi. Autorizzare un cantiere simile costituirebbe un assoluto precedente». Il ragionamento arriva a questa conclusione: chi ha dovuto rinunciare a piani interrati di garage potrebbe reagire, cioè chiedere conto legalmente di una disparità di trattamento.

E il sottopasso di via Roma?

La Provincia ha aggiudicato in questi giorni (non ancora in via definitiva) l’appalto per la progettazione del sottopasso di via Roma, altra opera dell’Agenda Bolzano.

Si potrebbe prospettare un problema simile di rispetto della falda acquifera? L’assessorato all’Ambiente non se ne sta ancora occupando.

Il ritorno della Ss12

Per un’opera ferma, per un’altra il Comune prova a organizzare un rientro a sorpresa. Lunedì l’assessore alla Mobilità Stefano Fattor porterà in giunta la prima bozza del nuovo Pums, il piano della mobilità sostenibile. E Fattor è riuscito a convincere il sindaco Renzo Caramaschi a riprendere il progetto di variante in tunnel della Ss12, nella forma «leggera», cioè più economica. Lo scenario annunciato nei giorni scorsi viene confermato. Fattor: «Nel Pums prevederemo una galleria a una canna, con i costi dimezzati rispetto alla doppia canna dell’epoca Tommasini, stimata 360-380 milioni. Con i costi ridotti la Provincia può forse ragionare con noi sul finanziamento». Il compromesso necessario: i tir verrebbero deviati sulla A22. Fattor preme sulla Ss12 perché, ricorda, «nel Pums elaborato nella scorsa consiliatura dall’assessora Lorenzini non si teneva conto dell’impatto dell’areale ferroviario: solo il cantiere comporterà 300-400 camion al giorno. La viabilità di Bolzano rischia di saltare».













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