Via Volta, arriva la facoltà di Ingegneria 

Kompatscher: «Sarà il nostro campus della ricerca». Stofner: «Contiamo di poter essere operativi alla fine del 2021»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Eccola, l’“addizione” della Lub. Il primo, grande edificio costruito ex novo ed esterno rispetto all’originario blocco centrale dell’insediamento universitario: la facoltà di Ingegneria. È, a guardarlo, un manifesto di quello che vuole essere l’ateneo e ciò che può diventare Bolzano sulla sua spinta anche urbanistica e non solo culturale e scientifica.

L’altro giorno si è svolto l’ultimo vertice tra gli interlocutori istituzionali (Provincia e università) e gli architetti che hanno messo in piedi il progetto. Il quale, come si può osservare dai primi, inediti rendering, possiede una “presenza” in grado di modificare anche in senso estetico e di compiutezza urbana una parte di città finora vocata soprattutto alla produzione. È un palazzo, insomma. E autonomo. Nel senso che non nasce come evoluzione riqualificativa dell’ex Magnesio e delle vecchie fabbriche del ventennio razionalista che ora hanno il volto del “Noi”.

Rispetto al Techpark, di cui sarà un allegato ai margini del suo lotto insediativo, verso via Buozzi, ha un disegno tutto suo. Ed è una contemporaneità che indica un nuovo passaggio rispetto alla possibile identità futura di quella città nella città che è ormai Bolzano sud. «Sarà il nostro campus della ricerca» ha detto Arno Kompatscher presentando l’agenda della sua realizzazione. Tempi di realizzazione? «Contiamo di poter essere operativi alla fine del 2021» anticipa Ulrich Stofner, direttore del dipartimento economia di palazzo Widmann. Lui, in Bls, è stato uno dei motori anche amministrativi della nascita del Polo tecnologico, come snodo strategico di congiunzione tra Provincia, come ente finanziatore, e tutti gli altri di ricerca, come Eurac, Tis, Laimburg, Appa, CasaClima, Lub stessa.

Perché proprio Ingegneria? «È il luogo in cui dovrà svolgersi quel dialogo tra mondo economico, imprese e ricerca. E anche giovani allievi da introdurre nel mondo del lavoro», ha spiegato Paolo Lugli, il rettore dell’ateneo bolzanino. Lui, da quando si è insediato, ha sempre spinto per una apertura in profondità della Lub rispetto al territorio. Perché l’università non resti chiusa nelle sue stanze ma si espanda verso la realtà soprattutto imprenditoriale che la circonda. E Ingegneria è la prima, concreta e visibile realizzazione di questo percorso verso l’esterno e il mondo delle cose da fare in concreto.

Non sarà una classica facoltà di Ingegneria: conterrà al suo interno informatica, energetica, meccanica industriale, automazione , robotica. Cioè tutti quei settori integrati che la proietteranno, e proietteranno anche i suoi studenti, nel futuro delle realizzazioni a tutti i livelli applicativi anche dell’industria 4.0. E potrà dialogare con gli altri futuri insediamenti previsti nel Techpark, come Appa e Laimburg, di cui è previsto l’arrivo con edifici a loro dedicati nei prossimi due-tre anni. Questo ultimo step tra progettisti e, dall’altra parte Provincia, con la delegazione guidata da Stofner e università, col suo rettore, fa sì che possa essere rispettata l’agenda che la stessa ripartizione economia di palazzo Widmann aveva prospettato per la realizzazione della nuova facoltà. E cioè scavi e risanamenti già in atto in questi mesi e, successivamente, apertura del cantiere realizzativo nella prima parte del 2019. Per poi, nei successivi due anni, mettere mano agli esterni e all’assemblaggio dei laboratori interni e delle aule di studio e di ricerca. Previsto anche un grande auditorium e altri locali aperti al pubblico per eventi e convegni.

Insomma, non sarà soltanto un grande, nuovo edificio che si riempirà di centinaia di nuovi frequentatori di quella parte di città finora dedicata solo al lavoro, ma un vero punto di incontro tra la città e la sua università e tra mondo produttivo e la ricerca, sia applicata che teorica. Se pensiamo che l’Alto Adige è ai primi posti come benessere e qualità della vita e molto indietro, rispetto al resto del Paese, nella ricerca, ecco che questo nuovo edificio può essere una risposta.

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