Vignaioli da 3 generazioni Il segreto è la famiglia

Oggi in Fiera “Vinea Tirolensis” con settantatré piccoli produttori altoatesini Alta qualità, rapporto diretto coi clienti e controllo totale dalla vite alla bottiglia


di Angelo Carrillo


BOLZANO. “Vinea Tirolensis 2015“: La passione del vino tramandata di generazione in generazione. È questo il tema che si sono dati i Vignaioli dell’Alto Adige per l’annuale degustazione - è giunta alla sua 16a edizione – che si terrà oggi alla Fiera Hotel di Bolzano. Ben 73 i produttori che presentano i loro vini in occasione della manifestazione. «Sono attualmente 92 i produttori di vino che fanno parte dell’associazione e si dedicano in prima persona ai propri vini in tutte le fasi di produzione, dalla coltivazione alla promozione e vendita», sottolinea Michael Goëss-Enzenberg, presidente dell’associazione Vignaioli Alto Adige. «Questo sistema funziona solo perché in ogni famiglia ciascun membro dà il proprio contributo, impegnandosi nel garantire il successo della cantina. Non è sempre così semplice, soprattutto dal momento che, come spesso accade a chi fa questo mestiere, scompare il confine tra vita privata e lavoro. Con tanto rispetto e una buona dose di curiosità nei confronti delle novità, la famiglia può davvero rappresentare una fonte inesauribile di energia per creare sempre qualcosa di nuovo». Cuore pulsante delle piccole realtà vitivinicole dell’Alto Adige sono le generazioni, ambasciatrici di quell’antica arte vinaria che è il frutto di un’esperienza tramandata da decenni. Anche i Vignaioli dell’Alto Adige sono, in questo senso, un modello. Oggi a «Vinea Tirolensis» sarà proprio il tema delle generazioni ad essere il protagonista. Sarà l’ccasione di incontrare di persona i produttori presenti con i loro tavolini di assaggio. Ci saranno nomi illustri e ormai premiati e celebrati da tutte le guide del settore con la Cantina “Unterganzner” di Josephus Mayr con i suoi spettacolari Lagrein e il suo mitico Lamarein. Ci saranno sontuose schiave come il Santa Maddalena di Franz e Florian Gojer. Poi vini quasi mitologici come il Riesling, il Kerner il Sylvaner della Valle Isarco. I grandi Gewürztraminer di Termeno prodotti da piccoli, spesso piccolissimi vignaioli. Produttori che a volte non raggiungono l’ettaro di vigneto ma che caparbiamente si sono messi non solo a produrre come in decenni, e a volte, secoli passati, ma anche a imbottigliare rompendo, o meglio, innovando una tradizione di conferimento che è stata dominante durante tutto il secolo scorso. Ci sono poi storie particolari come quella della tenuta Manincor forse la più grande – con i suoi 40 ettari – di Michael Goëss-Enzenberg di stirpe nobile, fortemente legato alla terra e alla tradizione vitivinicola della sua famiglia. «La cooperazione tra di noi si è consolidata nel corso degli anni. Il contatto diretto con clienti, amanti del vino e potenziali acquirenti e l’alta affluenza di visitatori sono fattori che rivestono per noi particolare importanza». Sono molte al giorno d’oggi le cantine che possono contare su una storia di che si tramanda di generazione in generazione. Proprio le generazioni che si susseguono, garantiscono la continuità del lavoro in vigna, tramandandosi l’una all’altra la passione e la cura per i piccoli dettagli. «Un vino dei Vignaioli dell’Alto Adige non è mai il prodotto di un singolo o di un’unica generazione. È questo il messaggio che cerchiamo di trasmettere a chi ci farà visita in fiera oggi», spiega il presidente dei Vignaioli. Dice Dieter Sölva – della cantina Niklas – che, come si vede al centro della foto con il padre Josef e il figlio Michael - vede tutta la maglia e ben tre generazioni attive in viticoltura. Insomma tanti bei vini da degustare oggi, ma anche tante storie e tanta tradizione da conoscere.













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