Bolzano. La delibera con cui l’Ufficio di presidenza del consiglio regionale decise i parametri da adottare per la quantificazione dei cosiddetti “vitalizi d’oro” dei consiglieri (su specifica delega) non può che essere considerato un atto legislativo insindacabile. Lo hanno sostenuto ieri davanti ai giudici gli avvocati difensori di Rosa Zelger Thaler (ex presidente del consiglio regionale) e Gottfried Tappeiner, ex presidente di Pensplan. Entrambi sono a giudizio per rispondere, in concorso, di abuso d’ufficio e truffa in relazione alla determinazione dei parametri di calcolo degli importi liquidati nell’ambito della riforma sui vitalizi. Il processo è alle ultime battute. Ieri sono stati sentiti alcuni testi citati dalla difesa, l’ex senatore (e per 20 anni consigliere provinciale e regionale) Oskar Peterlini (autore della precedente legge sui vitalizi dei consiglieri) e Hanspeter Munter, già consigliere regionale della Svp. Per il 15 febbraio è stata fissata l’udienza finale. Il pubblico ministero Axel Bisignano pare intenzionato a chiedere l’assoluzione di entrambi gli imputati . In effetti il processo ha finora evidenziato l’assenza di atti illeciti. Risulterà probabilmente decisiva la ricostruzione di tutto l’iter fatta in aula un paio di udienze fa dal dottor Stefano Visintin , consulente triestino (chiamato a deporre dall’accusa) che calcolò la somma da liquidare ai consiglieri (come anticipo sui vitalizi) sulla base di due parametri: l’aspettativa di vita ed il tasso di sconto da applicare per ogni anno di anticipo dei vitalizi da liquidare. Il dottor Visintin concluse la consulenza applicando un tasso di sconto tra il 2,5 ed il 4 per cento. Evidentemente non convinta del risultato ottenuto, la presidente Rosa Thaler Zelger accantonò la consulenza di Visintin e si rivolse a Gottfried Tappeiner, presidente di Pensplan. Quest'ultimo cambiò i parametri (il tasso di sconto passò allo 0,81 per cento l'anno) facendo incassare ai consiglieri regionali - secondo l’accusa - ancora di più. Di qui le contestazioni penali che hanno portato sia Rosa Thaler Zelger che Gottfried Tappeiner davanti ai giudici. Al processo, però, l’ipotesi accusatoria è stata notevolmente ridimensionata sulla base della ricostruzione, puntuale e lineare, degli avvocati difensori ( Fava e Migliucci per Rosa Zelger Thaler, Carlo Bertacchi e Fabrizio Francia per Gottfried Tappeiner). Come detto, secondo i legali la delibera dell’ufficio di presidenza del consiglio regionale è un atto legislativo insindacabile. «Al di là della insindacabilità - hanno puntualizzato ieri gli avvocati Benimiano Migliucci e Paolo Fava- è provato che grazie alla riforma della vecchia legge vi fu un risparmio di 50 milioni di euro e che il parametro scientificamente corretto e congruo, utilizzato e proposto dal professor Tappeiner era da applicare come elemento netto non legato all’andamento dell’inflazione». In sostanza il consiglio fu chiamato a riformare la legge sulle modalità di utilizzo di un fondo di 350 milioni di euro destinato al pagamento dei vitalizi . «Di questo fondo - hanno ricordato gli avvocati - 50 milioni (che erano soldi dei consiglieri) furono deviati nel cosiddetto pacchetto famiglia per scopi sociali. Ma tutti i consiglieri - è stato sottolineato - sono stati chiamati ad accettare sensibili riduzioni posto che si trattava di mettere mano ad un diritto acquisito. Su 130 ex consiglieri in attesa del trattamento di fine rapporto solo quattro decisero di non accettare. MA.BE.

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