Watles, i cannoni da neve con l’acqua di lago e rio

Ok della Provincia per la derivazione dal monumento naturale alle piste da sci Abbassato il livello del lago, il Grosboden ridotto a riganolo. Garantiti controlli


di Giuseppe Rossi


MALLES. Il centro sciistico Watles in alta val Venosta punta sui cannoni e sull'innevamento artificiale per potenziare la propria offerta invernale ai turisti. E lo fa ottenendo dalla Provincia il via libera allo sfruttamento delle acque dei laghi del Prete e del rio Grosboden, bacino naturale che si trova in quota tra le montagne che separano gli abitati di Burgusio e di Slingia. La Touristik & Freizeit spa, società che gestisce tra il resto gli impianti di risalita del Watles, alcuni mesi fa aveva presentato un progetto per derivare una parte delle acque del lago e del suo affluente in modo da creare un bacino per alimentare i cannoni da neve. L'intervento rischia però di toccare i delicati equilibri ambientali della zona nella quale si trova anche una cosidetta area umida di rispetto. La commissione di impatto ambientale, dopo aver attentamente esaminato tutta la domanda, ha dato il proprio via libera, prescrivendo però una serie di controlli continui e di lavori da svolgere. Il lago dei preti, ad esempio, non potrà scendere sotto un determinato livello di capienza e l'acqua che viene captata dall'immissario rio Grosboden non potrà superare un certo volume. L'altro giorno la giunta provinciale, sulla scorta del parere positivo del comitato ambientale, ha dato il via libera al progetto di derivazione dell'acqua, nonostante gli ambientalisti della val Venosta più volte abbiano sollevato le loro perplessità. Tra le prescrizioni che dovranno essere rispettate per poter prelevare l’acqua con la quale alimentare i cannoni da neve del Watles ci sono l’obbligo di lasciar scorrere lungo il rio Grosboden almeno due litri di acqua al secondo, trasformando però di fatto un piccolo torrente in una sorta di rigagnolo. La presa dal lago dei preti dovrà avere un deflusso fino a 4 litri al secondo e l’abbassamento del lago potrà arrivare al massimo entro i 2.221 metri sul livello del mare (2.222 da aprile a ottobre). La società che gestisce gli impianti di risalita del Watles dovrà però installare sul lago un idrometro per la misurazione continua del livello del lago, fornendo alla Provincia dati in tempo reale. Le prese di irrigazione oggi esistenti su due rii Monte Maria e Kristanner dovranno essere smontate. Prima di avviare la derivazione dell’acqua per l’innevamento artificiale dovrà essere elaborato e realizzato un progetto di sistemazione della zona. Il lago grande dovrà essere completamente recintato e dovrà essere posta sotto tutela la zona umida esistente a 2.245 metri di altitudine, che rappresenta un vero e proprio monumento naturale per la zona.

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