Zeller in aula: «Sturaro ammise tutto» 

L’onorevole Svp depone al processo come teste e puntualizza: «Voleva coinvolgere Chenot per trovare una intesa»


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Nell’autunno di quattro anni fa, quando venne a galla la vicenda della maxi truffa ai danni dell’impresario bolzanino Pietro Tosolini per l’hotel Palace di Merano, Massimiliano Sturaro (per diversi anni amministratore delegato e direttore generale della società di gestione) ammise di aver commesso “un grave errore” e di aver sottratto denaro all’azienda di cui era dirigente. Sono ammissioni che oggi pesano come macigni nel processo a carico dello stesso Sturaro e della dottoressa bolognese Carmen Salvatore, all’epoca dirigente del settore di medicina-estetica. Ieri in aula è stato l’avvocato Karl Zeller a raccontare la circostanza ai giudici in qualità di testimone. Il racconto del professionista (e noto parlamentare) è stato molto circostanziato: il legale ha riferito al tribunale di aver incontrato Massimiliano Sturaro il 31 ottobre 2014 alle 9 del mattino nel suo studio. Fu Massimo Sturaro, preoccupato per l’inchiesta, a chiedere l’incontro a quattr’occhi. All’epoca l’impresario bolzanino Pietro Tosolini (proprietario dell’Hotel Palace tramite la società Generalbau spa) aveva già sporto querela per truffa (per un danno di 1 milione e 600 mila euro) affidandosi all’avvocato Marco Mayr. Sturaro pensò di costruirsi una “via d’uscita”. Nel colloquio con Karl Zeller (secondo quanto lo stesso ha dichiarato ieri in aula) Sturaro avrebbe come detto ammesso proprie responsabilità cercando però di circoscrivere il proprio ruolo, cercando cioè di farlo risultare marginale o di interfaccia tra la dottoressa Salvatore (accusata di aver incassato direttamente in nero dalla clientela sottraendo fatturato all’azienda) e i coniugi Chenot (all'epoca Henri Chenot era presidente del consiglio di amministrazione).

In sostanza nel colloquio con l’onorevole Zeller, Sturaro si sarebbe detto pronto a fare la sua parte per procedere ad un risarcimento per il danno provocato alla società di gestione dell’hotel Palace ma avrebbe preteso che anche i coniugi Chenot (a cui Sturaro sostiene di aver consegnato parte del denaro in nero) facessero la loro parte. In caso contrario - avrebbe fatto presente Massimiliano Sturaro - sarebbero stati guai per tutti. In realtà i coniugi Chenot risposero picche nel senso che negarono nella maniera più assoluta di essere mai stati coinvolti in questa brutta vicenda. L’inchiesta portò poi al completo proscioglimento di Henri e Dominique a conclusione di indagini molto dettagliate della Guardia di Finanza. In occasione della prossima udienza (21 febbraio) sarà proprio Henri Chenot a deporre davanti al tribunale. E’ stato chiamato a deporre sia dalla parte civile (Tosolini) che dalle difese. Nel frattempo è trapelato che il giudice ha concesso, su richiesta della parte civile, un sequestro conservativo sui beni della Salvatore e di Sturaro. Alla dottoressa Salvatore sono stati sequestrati importi su conti correnti bancari ed appartamenti. Massimiliano Sturaro è riuscito invece a sfuggire all’azione cautelare vendendo in tempo un immobile e rendendo irrintracciabili i proventi incassati.

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