Zona rossa, Bolzano dice «no»

Bolzano. L’alto adige si ritrova a sorpresa in zona rossa. questo il provvedimento del ministro Roberto Speranza, con validità da domani. Ma la Provincia rifiuta la nuova classificazione. Ieri...


Francesca Gonzato


Bolzano. L’alto adige si ritrova a sorpresa in zona rossa. questo il provvedimento del ministro Roberto Speranza, con validità da domani. Ma la Provincia rifiuta la nuova classificazione. Ieri pomeriggio seduta straordinaria della giunta. Sul tavolo, una relazione chiesta alla Asl sui dati dell’ultimo periodo. «Le cifre non tornano», è la presa di posizione del presidente Arno Kompatscher e dell’assessore Thomas Widmann. Quindi la decisione: si prosegue con le regole attuali (da zona gialla). Kompatscher ha firmato ieri una ordinanza con due sole novità restrittive sulle baite di montagna e sul divieto di asporto dai bar dopo le 18. Non apriranno i musei. In parallelo allo strappo dal governo, che potrebbe impugnare l’ordinanza, la giunta tiene aperto il canale con il ministero. «Chiediamo una riclassificazione, la nostra situazione non è da zona rossa», così Kompatscher e Widmann, annunciando una lettera inviata a Roma con i dati della Asl.

L’annuncio di zona rossa

La cabina di regia nazionale sulla pandemia ha presentato ieri il tradizionale monitoraggio settimanale. Silvio Brusaferro (presidente dell’Istituto superiore di sanità) ha annunciato la proposta di classificazione dell’Alto Adige come zona rossa sulla base dei dati dal 4 al 10 gennaio. A sorpresa alla nostra provincia viene attribuito un valore Rt 1,5, in netto aumento rispetto al report della settimana scorsa. Viene segnalato il superamento della soglia di allarme sull’occupazione dei letti in terapia intensiva (30%) e dei letti nell’area medica (40%). «Si evidenzia, in particolare, il valore elevato di incidenza (dei casi positivi, ndr) nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), Provincia autonoma di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77)», si legge nel report.

Lo strappo della giunta

La zona rossa comporta la chiusura di tutte le attività non essenziali. Ma la giunta nel pomeriggio ha deciso di proseguire con le regole attuali. «Questa classificazione non è accettabile», protesta Widmann, «Sono sorpreso, deluso e arrabbiato». Sulla base dei dati della Asl, sottolinea, la giunta valuta la situazione epidemiologica in leggero miglioramento. «Assolutamente non da Rt 1,5». Vengono citati i pareri di due biostatistici, che attribuiscono all’Alto Adige un Rt di 1,20 e addirittura di 0,8.I dati sulle terapie intensive sono in leggero miglioramento, protesta Widmann, «migliori di regioni classificate gialle». Respinta anche l’analisi sui posti letto nei reparti. A Roma vengono contestati ancora una volta «criteri che penalizzano i territori che effettuano molti tamponi». La Provincia ha scelto di puntare sulle campagne di screening, ricorda Widmann. Più test effettui, più positivi emergono. «Non accettiamo l’idea di rinunciare agli screening, che ci aiutano a tenere sotto controllo l’epidemia, per non essere penalizzati». Molti tamponi antigenici a distanza di dieci giorni diventano tamponi Pcr positivi, protesta la Provincia, ma si tratta della medesima persona. «Il governo deve accettare di rivedere i parametri».

La nuova ordinanza

I contagi restano alti, «il quadro è complesso», avverte kompatscher, pronto a firmare misure più rigide. al momento 38 comuni su 116 risulterebbero «rossi». presto gli screening a san genesio e in val passiria. intanto l’ordinanza di ieri sera conferma tutte le attuali aperture. le novità: i bar non potranno più effettuare vendita da asporto dopo le ore 18. arrivano le misure anti eccessi per rifugi e baite: dovranno chiudere alle ore 16, servizio solo su prenotazione, ai tavoli quattro persone al massimo. vietata la vendita di superalcolici. no musica.

I controlli

E proprio per evitare situazioni a rischio in montagna, il corpo forestale provinciale affiancherà le forze dell’ordine durante nei controlli per il rispetto delle norme anti-Covid lungo i sentieri di montagna, nelle malghe e rifugi. L’attenzione, annuncia l’assessore Arnold Schuler, si concentrerà principalmente su malghe e rifugi che distribuiscono cibi e bevande che possono essere raggiunti durante le escursioni a piedi o con gli sci da alpinismo.

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