l’inchiesta

Anziano morto a Millan, scagionata la guidatrice

La pm Sassani ha chiesto l’archiviazione dopo la perizia del professor Raniero. Si era supposto che Maier fosse stato ucciso in retromarcia: in realtà il pedone era già a terra



BRESSANONE. Colpo di scena nell’inchiesta per la morte dell’ottantenne Bernhard Maier che nell’aprile scorso era stato centrato da un’auto in retromarcia guidata da una donna del posto, all'interno del complesso residenziale Putia, nel quartiere residenziale di Millan. L'anziano - piuttosto noto in città perché suonava il carillon al mercatino di Natale - era rimasto incastrato sotto l'auto e i vigili del fuoco volontari di Bressanone avevano dovuto sollevare il veicolo per farlo uscire. I carabinieri hanno avviato una serie di accertamenti sulle cause dell'incidente. Secondo la prima ricostruzione del sinistro la donna alla guida dell'auto non aveva visto l'anziano. In realtà l’inchiesta affidata alla pm Francesca Sassani scagiona, di fatto, la guidatrice, anche lei sotto shock per parecchi minuti. La Procura di Bolzano, sulla base della perizia di un esperto, ha chiesto infatti l’archiviazione. Vediamo su quali presupposti.

La perizia medico legale scagiona la guidatrice dell’auto: pedone morto per un malore

La perizia medico legale disposta dal pubblico ministero Francesca Sassani e affidata al professor Dario Raniero dell’Università di Verona, dopo un approfondito esame autoptico eseguito assieme al consulente nominato dalla difesa Mario Gulisano «ha escluso che l’investimento da parte del veicolo condotto dalla signora Gschleier possa essere stato causa o concausa del decesso dell’ottantenne Bernhard Maier». La morte è dovuta, infatti, a cause naturali «ovvero ad un acuto evento cardiovascolare».

I primi dubbi sulla dinamica del sinistro

Come spiega l’avvocato Gianlorenzo Pedron, che rappresenta la donna alla guida dell’auto, «sin dalle prime indagini erano emerse alcune anomalie nella ricostruzione della dinamica del sinistro, con particolare riferimento al mancato avvistamento del pedone da parte della conducente e alla mancata attivazione dei sensori di parcheggio dei quali era dotato il veicolo investitore». Ebbene, a distanza di alcuni mesi dall’incidente i necessari accertamenti «hanno permesso di chiarire - sottolinea Pedron - che lo sfortunato pedone era già caduto a terra nel momento in cui è transitata in retromarcia l’auto. La richiesta di archiviazione del procedimento penale promosso contro la conducente subito dopo il sinistro è la diretta conseguenza di quanto è stato accertato».













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