Collaudo 2019 e cause ai raggi X 

Il crollo del palaghiaccio di Vipiteno. Nominata responsabile dell’inchiesta per disastro colposo la sostituta procuratrice Federica Iovene  Dopo la relazione dei carabinieri si passerà alla verifica peritale. Il sindaco: «A fine gennaio il peso della neve era sotto i 200 chili per metro quadro»



vipiteno. Mentre nel fascicolo dell’inchiesta per disastro colposo entra una prima relazione fatta dai carabinieri (ma non nel merito delle cause), la Procura sta già pensando di accelerare i tempi di una perizia tecnica che permetta di individuare le cause che hanno portato al crollo della copertura del palaghiaccio. Incaricata dell’inchiesta è la sostituta procuratrice Federica Iovene. Una prima verifica riguarderà la storia del tetto, quindi sarà passato al vaglio l’ultimo collaudo, quello firmato dall’ingegner Hans Pardeller l’11 dicembre 2019. Senza escludere le verifiche fatte sulla struttura in precedenza.

«Sono certo che l’ingegner Pardeller abbia svolto il collaudo correttamente. Intanto abbiamo chiesto ai carabinieri se possiamo almeno prelevare dalle macerie gli indumenti della prima squadra di hockey, che ora dovrà allenarsi altrove». Sono le parole del sindaco di Vipiteno, Peter Volgger, il giorno dopo il disastro alla Weihenstephan Arena, crollata alle 7.17 di mercoledì. Prima di aprire a sua volta una vertenza, il Comune aspetta di conoscere l’esito dei rilievi. Mercoledì, in mattinata, il sindaco aveva stabilito di incaricare l’ingegner Konrad Bergmeister di un sopralluogo della struttura, incarico revocato nel giro di una manciata di ore per via del sequestro dell’impianto.

I profili di responsabilità del Comune potrebbero essere mitigati dall’ultimo controllo della copertura operato dall’Ufficio strutture e manutenzione a fine gennaio. «Avevano rilevato un carico da neve pari a 190-200 chili per metro quadro – riprende Volgger –. Il 20 per cento sotto il limite, fissato a 250 chili, perciò non era stato ritenuto necessario sgomberare il tetto. Adesso è tornata alla ribalta anche la questione del fotovoltaico, ecco, non avevamo installato i pannelli proprio per evitare di sovraccaricare la struttura». Che il cedimento possa essere imputabile unicamente al peso della neve sembra da escludere. «Perché cercare un colpevole se ancora non sappiamo che cosa sia successo? Aspetteremo il verdetto dei tecnici. Sono impaziente pure io».

Ieri è trapelata la notizia relativa a un contenzioso aperto tra il Comune e i progettisti nel 2001. Secondo l’architetto Paul Seeber per realizzare le capriate della copertura sarebbero servite 420 tonnellate di acciaio, per la ditta Cmb (a cui fu affidata la costruzione) 337. Il collaudatore, l’ingegner Josef Kamelger, avrebbe poi proposto di scendere a 190 tonnellate, quindi il Comune avrebbe chiesto all’ingegner Herbert Meyer di modificare il progetto impiegando il quantitativo minore. Qualche anno dopo si sarebbero resi necessari altri interventi, affidati ancora a Cmb, per una spesa di 397 mila euro. Sostenendo di aver riscontrato difetti di progettazione, il Comune quindi avrebbe chiesto un risarcimento ai tre professionisti. La causa si sarebbe risolta con un accordo extragiudiziale.

Nel frattempo il consigliere provinciale Alessandro Urzì (FdI) ha presentato un’interrogazione al presidente della Provincia per sapere chi dovesse garantire la sicurezza dell’impianto, se la struttura fosse monitorata, quale esito avessero avuto eventuali accertamenti eseguiti nel tempo, se fossero previsti interventi di manutenzione, quali siano quelli previsti ora e in quanto tempo questi possano essere svolti. S.M.













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