Comandante dei vigili, la spunta il Comune 

Il maresciallo capo - che aveva vinto al Consiglio di Stato - pagherà le spese legali Il vicesindaco Del Piero: eravamo più che convinti di aver agito in modo corretto 


di Massimiliano Bona


BRESSANONE. Harald Reinstadler – il maresciallo capo dell'Arma dei carabinieri attualmente assegnato alla caserma di Campo Tures che aveva vinto la selezione pubblica per diventare comandante dei vigili urbani di Bressanone (ottava qualifica funzionale) e si era imposto nella battaglia legale al Consiglio di Stato contro i Ministeri della Difesa e dell'Economia e delle Finanze che gli avevano negato l'aspettativa impedendogli così, di fatto, di guidare la polizia municipale della cittadina della val d'Isarco – ha perso il ricorso promosso contro il Comune di Bressanone, tanto da dover pagare anche le spese legali di 7.025 euro.

Grande soddisfazione da parte del vicesindaco Claudio Del Piero: «Questa sentenza conferma come il Comune abbia operato con la massima correttezza e risolve anche una questione a lungo congelata della pianta organica».

Interessanti anche le motivazioni addotte dal giudice del lavoro Francesca Muscetta che spiega perché il comportamento dell’amministrazione debba considerarsi del tutto legittimo.

«La censurata delibera numero 5/2017 della giunta del Comune - scrive il giudice - è del tutto scevra da connotazioni di scorrettezza o malafede ed appare doverosamente improntata al rispetto dei principi di imparzialità e buon andamento dell’amministrazione. (...) Se un rimprovero può essere mosso al Comune è semmai quello di avere in precedenza riservato eccessiva accondiscendenza alla pretesa dilatatoria del ricorrente, accordando l’ultima proroga il 24 novembre 2016, successivamente al primo rigetto da parte del Tar dell’istanza cautelare del ricorrente relativa all’aspettativa».

Il giudice del lavoro spiega, poi, perché ha deciso di far pagare le spese legali al maresciallo capo. «Non sono neppure ravvisabili gravi ragioni di compensazione non potendo il pregresso comportamento del Comune di acquiescienza alle reiterate istanze di proroga del ricorrente giustificare in alcun modo né la proposizione di una causa in eclatante contrasto con l’orientamento della Corte di Cassazione, né l’intenzionale incomprensione del ricorrente delle motivazioni e delle ragioni di interesse pubblico poste a fondamento della delibera».

Tra l’altro, scrive il giudice del lavoro, il ricorrente non è senza lavoro o con un reddito basso «da esercizio di mansioni umili, ma un impiegato pubblico con funzioni rilevanti di Maresciallo capo dell’Arma dei carabinieri, titolare in quanto tale di un reddito decoroso e sufficiente per sopportare i costi della soccombenza».

Il maresciallo capo dovrà dunque farsi carico delle spese processuali, quantificate in 7.025 euro «per le fasi di studio, introduttiva e decisoria oltre al 15% per spese generali».

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