«Diciamo no a legge Heller e incarichi senza bando» 

Criticata dall’Ordine in una lettera l’assegnazione diretta all’artista austriaco «La sua proposta non è stata valutata da una giuria e non ha rapporti col luogo»



BRESSANONE. C’è chi si augura una larga partecipazione di cittadini all’intervento che ridisegnerà il Giardino vescovile probabilmente secondo un progetto dell’artista austriaco André Heller: ricordate l’augurio del gruppo Brix.lab? Ma a Bressanone c’è anche chi quel progetto quasi consegnato nelle mani di Heller lo critica. Anzi lo rigetta. Con una lettera aperta e un invito a Comune di Bressanone, Provincia e Diocesi “a rivedere la decisione e a ripensare l’assetto del Giardino vescovile”.

L’Ordine degli architetti presieduto da Johann Vonmetz non ha usato giri di parole attaccando su più fronti, normativo, tecnico, economico e urbanistico, l’imminente incarico diretto a Heller, possibile (qui sta il primo elemento di discussione) dopo una modifica alla legge sugli appalti. Un “cambiamento ad hoc” , sottolinea l’Ordine che vara anche l’espressione “Lex Heller”, deciso “dal Consiglio provinciale” con la conseguenza che “decenni di cultura dei Concorsi vengono così calpestati con contemporaneo spregio per i già predisposti progetti e studi”. E, ancora: “Il risultato del concorso internazionale del 2012 viene annullato in un solo colpo, i vincitori del concorso, i paesaggisti Freilich e gli architetti Höller & Klotzner di Merano, perdono l’incarico”. Insomma, prosegue la lettera aperta, “il collaudato e riconosciuto metodo dei concorsi altoatesino viene messo in discussione da questo modo di procedere come lo stesso metodo di assegnazione degli incarichi definito dalla legge provinciale che sui concorsi si fonda”.

Oltre e prima del riferimento a norme e tradizioni, l’atto d’accusa investe l’aspetto procedurale: “Lo studio di fattibilità (di Heller, ndr), il cosiddetto exposé, non è stato esaminato da una giuria qualificata, né sono state rispettate direttive e limitazioni del concorso internazionale del 2012”. Per sganciare poi una bordata di profilo urbanistico: “Secondo gli architetti ed i paesaggisti la proposta di André Heller non ha alcun rapporto con il luogo, non è adeguata al Giardino vescovile, al suo secolare valore storico e solleva qualche perplessità anche dal punto di vista della tutela dei monumenti”.

Non è finita. Il progetto che si sta allineando ai nastri di partenza fa storcere il naso all’Ordine anche per le spese stimate: “All’improvviso, i costi sembrano non avere più alcuna importanza, sia quelli di progettazione che di realizzazione, sia i futuri costi di gestione. L’exposé non ne dà alcuna indicazione”. Fino a far trarre agli Architetti una conclusione sugli obiettivi leggibili nel progetto: “L’evento spettacolare di breve durata si impone così sul principio della tutela culturale a lungo termine. I soli aspetti commerciali sembrano essere, per tutti gli interessati, in primo piano”.

A dispetto della sua sensibilità artistica (si rende possibile assegnare o remunerare “rappresentazioni artistiche uniche” e opere d’arte senza effettuare una gara “quando all’affidatario viene riconosciuta una straordinaria abilità”), la “Lex Heller”, in sostanza, per gli architetti passerebbe come un rullo sulla “nostra decennale tradizione concorsuale come presupposto per un uso trasparente del denaro pubblico da parte dell’amministrazione”. A questo punto, chiedono gli Architetti, “se, come pare, i costi per le/i brissinesi non hanno una grande rilevanza, perché non bandire un nuovo concorso?”(fdd)

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