Giardino, il comitato: «Ora fuori i progetti» 

La querelle. Il gruppo che contesta il “disegno Heller” tira per la giacca il sindaco Brunner «Possibile che dopo quasi due anni non circolino altre immagini rispetto a quella iniziale?»


Simone Facchini


Bressanone. Non accenna a placarsi la querelle sul Giardino vescovile. Il comitato che contesta la scelta del disegno di André Heller, adottata dal Comune, torna alla carica e reclama: «Fuori i progetti».

Paletti.

«Quello fornito dalle Belle Arti è un pre-parere», puntualizza il comitato “Iniziativa per il futuro del Giardino vecovile” in una nota. «Molti infatti sono i paletti che il progettista André Heller dovrà rispettare e che la direttrice (delle Belle Arti, ndr), Karin Dalla Torre, ha messo ben in chiaro; sarà interessante vedere nel progetto finale, ammesso che ci si arrivi, che cosa rimarrà del “meraviglioso” schizzo votato nel consiglio comunale del dicembre 2017. Tra il resto, l’illustrazione pubblicata è ancora del progetto iniziale: possibile che dopo quasi due anni non circolino altre immagini? O meglio, esiste un altro progetto e, se sì, perché il sindaco non lo vuole presentare?».

Domande che mirano a stanare il sindaco Peter Brunner e gettare altra carne al fuoco nel dibattito che delinea il domani di un’area fra le più significative della città.

Costi.

Un altro passaggio, il comitato lo riserva all’aspetto economico dell’operazione: «Ricordiamo inoltre che, nel protocollo della consulta museale del maggio scorso, viene indicata in 10 milioni di euro la cifra d’investimento e viene inoltre chiaramente stabilito che l’approvazione da parte dell’ufficio competente verrà elargita sulla base di un progetto che rispetti i vincoli che verranno concordati nei minimi dettagli». Come mettere altri puntini sulle “i”: secondo il comitato, circa tre volte il precedente progetto.

Strada lunga.

Il gruppo di “Iniziativa per il futuro del Giardino vescovile” solo un paio di settimane fa aveva indetto una conferenza stampa per illustrare tutte le ragioni della contestazione. Aveva scelto di farla a Bolzano, per ottenere più eco possibile. Ricordando i passaggi che hanno portato alla situazione attuale, a partire dal progetto affidato a un team di architetti paesaggisti dal precedente governo cittadino a l cambio di rotta della giunta attuale «dovuto soprattutto al pressing dell’ala economica e turistica brissinese affinché il centro cittadino si possa arricchire di un’attrazione turistica, a scapito di una zona di svago e relax ad ingresso libero». E proprio qui sta il nocciolo della contestazione del comitato: il progetto di Heller è funzionale ad attrarre turismo - con il carico di timori di overtourism - più che a adeguarsi «alle esigenze della cittadinanza».

«La strada da percorrere sarà comunque ancora lunga - chiosa il comitato - e, lo ribadiamo, nulla è stato ancora deciso»













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