Italiani in consiglio: meno e divisi 

Bressanone. Il voto alle Comunali a Bressanone ha rafforzato la leadership della Svp e del sindaco Peter Brunner e ha tolto al gruppo italiano uno dei sei consiglieri della passata legislatura. Sono...


Fausto Da Deppo


Bressanone. Il voto alle Comunali a Bressanone ha rafforzato la leadership della Svp e del sindaco Peter Brunner e ha tolto al gruppo italiano uno dei sei consiglieri della passata legislatura. Sono in consiglio Verena Stenico (Ecosociali, con 250 preferenze la più votata tra tutti i candidati non Svp), Alberto Conci (Pd), Antonio Bova (Fratelli d’Italia), Maurizio Sabbadin (Insieme) e Angelo Baffo (Lega). Ora ci si interroga sulle scelte della Stella Alpina in vista della formazione della nuova giunta.

Alberto Conci, eletto per il Pd assieme alla candidata sindaca Renate Prader, è uno dei nomi che si fanno per la carica di vice sindaco. E Conci, vice presidente nella Comunità comprensoriale Val Isarco, rimanda tutto alle “scelte e alle decisioni del sindaco Brunner. Le consultazioni - precisa - inizieranno la prossima settimana, ci sarà un primo giro e poi credo un secondo. Brunner è una persona attenta”. Conci non si sbilancia, ma sottolinea “la collaborazione ottima che c’è stata con la Svp nell’ultima legislatura”. E ammette che “il Pd è il partner naturale della Stella alpina. Abbiamo programmi con punti in comune e ci auguriamo che ci sia continuità nei progetti”.

L’autocritica al termine di elezioni “che hanno ridimensionato tutti i partiti italiani” punta il dito sul fatto di “non aver comunicato meglio quanto fatto in 5 anni”, gli obiettivi sono il “lavoro per una comunità interetnica” e il “miglioramento dell’aspetto relazionale con i cittadini: penso a uno sportello, a stand e incontri. Lasciamo il lavoro amministrativo di più ai tecnici e ai funzionari, prendiamoci più tempo per ascoltare la gente”. Il rammarico per il consigliere italiano perso non c’è: “Con 6 consiglieri non cambiava nulla, dovevano averne 7 per ottenere 2 assessori. E comunque dobbiamo guardare al merito, alla competenza, non ai gruppi linguistici o facciamo un passo indietro”.

E qui non è d’accordo Dario Stablum, figura di riferimento nel team alla guida di Insieme che candidava sindaca Paola Ghedina: “Con 6 consiglieri avremmo avuto il secondo assessore - afferma – Anche all’insediamento del precedente consiglio i rappresentanti italiani erano cinque, poi divennero sei in corso di legislatura”.

Insomma, quello che Stablum battezza “effetto Prader” ha tolto peso politico agli italiani in consiglio: “Non lo dico io, ma i numeri. I voti del Pd arrivano dal bacino italiano e il Pd, che è lo sconfitto delle elezioni avendo perso un consigliere, ha eletto due candidati. E uno è del gruppo tedesco”. A questo punto, Stablum non accetta nemmeno la proiezione di Conci oltre le appartenenze etniche: “Per sposarsi bisogna essere in due: finché non c’è un’apertura della Svp in direzione di uno spirito e di una politica interetnici, è inutile che a fare gli interetnici siamo soltanto noi italiani”.

E Insieme si propone per rappresentare gli italiani in giunta: “Non c’è un canale preferenziale per il Pd nelle trattative con la Svp. Noi ci siamo candidati come forza di governo, per il buon governo della città, e abbiamo alle spalle 50 anni di collaborazione con la Svp. Ci siamo”.

Il discorso giunta è aperto anche secondo Antonio Bova (Fratelli d’Italia), che invita la Svp “a un’apertura verso chi si è proposto per agire davvero in nome e per il gruppo italiano”. Un gruppo che Bova vede “in grande difficoltà a livello di rappresentanza. Siamo il 26 per cento in città, ma sarà sempre complicato avere due assessori. Siamo sotto rappresentati e il mio non è un discorso etnico, ma di convivenza e di dignità nella comunità: si governa se si è rappresentati, altrimenti il governo è qualcosa che si lascia agli altri”.

Anche Bova insiste sulla sconfitta del Pd (“Il motto di Prader era Io unisco. Non è stato evidentemente così”), anche Bova lascia spalancato il capitolo giunta: “I partiti italiani dovrebbero superare le divisioni per rappresentare al meglio le nostre prerogative, i nostri diritti, le scuole italiane. I partiti italiani, ma non il Pd, che dopo una campagna nelle vesti di partito interetnico, non può tornare a fare il paladino dell’italianità”. Tanto che Bova incorona tra i vincitori delle Comunali Claudio Del Piero, vice sindaco del Pd e non candidato (fra incomprensioni e discussioni varie): “Aveva ragione a dire che occorre rafforzare la rappresentanza italiana in consiglio”.

A “non fare drammi” per il consigliere tricolore perso nelle urne elettorali è invece Massimo Bessone, commissario della Lega per l’Alto Adige: “Siamo tre gruppi linguistici e dobbiamo collaborare, lavorare insieme. Restare ai discorsi di rappresentanza etnica mi sembra una prerogativa dei partiti più estremisti, italiani e tedeschi. È vero che noi italiani siamo più divisi, meno capaci di lavorare insieme. Storicamente quando ci troviamo in 8 riusciamo a formare 10 partiti, e saremo sempre così. E facciamo pure scuola, perché anche i tedeschi qui stanno imparando a dividersi, dal blocco originario Svp ai vari Freiheitlichen, Süd-Tiroler Freiheit, fino al recente Team K… Ma, ripeto, l’obiettivo è fare il bene di tutti, italiani, tedeschi, ladini e degli stranieri che si integrano bene e contribuiscono ad animare la nostra comunità”.

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