Rapinatore arrestato in caserma 

Colpo tentato e aggressione. Un 39enne marocchino è stato riconosciuto come possibile autore di un’incursione in un maso a Bressanone  Quando i carabinieri gli hanno comunicato che gli stavano sequestrando il telefono, ha cercato di scappare scagliandosi contro un militare



Bressanone. Un uomo di origine marocchina, di 39 anni, è indagato come possibile autore di una rapina avvenuta a fine gennaio in un maso nei pressi di Bressanone. Portato in caserma a Bressanone dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile, l’uomo è stato poi arrestato per aver aggredito un carabiniere e deve rispondere di violenza e resistenza a pubblico ufficiale.

Lo scorso 24 gennaio in un maso nella prima periferia di Bressanone, intorno all’ora di pranzo una donna era rientrata a casa e aveva trovato un uomo intento a rovistare tra le stanze. Per quanto sorpresa e spaventata, la donna si era presto resa conto di quello che stava accadendo e con prontezza e determinazione aveva subito cercato di fermarlo. A questo punto il topo d’appartamento aveva aggredito la donna per impedirle di inseguirlo. Nel breve e impari corpo a corpo che era seguito, la donna era comunque riuscita sia a strappare il cappuccio del giaccone del ladro, sia a vederlo bene in faccia. La donna aveva anche provato a inseguirlo per farlo catturare, ma il fuggiasco era scomparso nel nulla. “Il reato commesso peraltro si era aggravato - come spiegano gli uomini del Comando provinciale carabinieri Bolzano in un comunicato diffuso ieri - poiché la violenza sulla vittima trasforma il furto in rapina”.

La donna aveva aiutato i militari brissinesi a stilare un identikit del ladro. Così i carabinieri avevano un volto da rintracciare, un elemento importante nell’orientare le indagini e le ricerche per arrivare al colpevole dell’incursione nel maso.

Dalla descrizione che ne aveva potuto fare la donna, l’autore del furto divenuto rapina era sembrato straniero e così gli investigatori si sono orientati in tale direzione, cercando l’uomo in particolare tra gli individui che sono arrivati nella zona della città vescovile da altri Paesi e vivono più ai margini della società, senza lavoro e senza fissa dimora.

E così l’altro giorno, nel corso di accertamenti, verifiche e indagini, sono approdati a un marocchino trentanovenne domiciliato a Fortezza, già noto per una rissa avvenuta nel 2016 presso la mensa per i bisognosi di Bressanone. Rintracciatolo, i militari lo hanno portato in caserma a Bressanone per avviare a suo carico formalmente le indagini per rapina “impropria”.

Quando il nordafricano ha capito cosa stava succedendo, dopo che gli era stato comunicato che gli stavano sequestrando il telefono cellulare, ha tentato il tutto e per tutto per scampare alla denuncia. “Ha agguantato il telefonino – riferisce nel comunicato il Comando provinciale carabinieri Bolzano - e ha puntato verso l’uscita aggredendo il militare che si era frapposto tra lui e la porta”.

Nel suo tentativo di fuggire dalla caserma, “è stato quindi bloccato – continua il resoconto dal Comando dell’Arma - ma ha continuato nella sua aggressività. È stato quindi bloccato e dichiarato in stato di arresto per resistenza e violenza a un pubblico ufficiale”.

Dopo averlo sottoposto ai consueti rilievi foto-dattiloscopici, i carabinieri, sentito il pubblico ministero di turno, hanno accompagnato l’uomo al carcere di Bolzano, dove si trova a disposizione dell’autorità giudiziaria.













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