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Riconsegnato a Vipiteno il quadro rubato 45 anni fa 

La cerimonia. È ora esposto al Museo Civico il ritratto di Clemente Augusto di Baviera, sottratto con altri 18 dipinti a olio in un furto nel ’78 a Castel Tasso e ritrovato dai carabinieri


Fabio De Villa


VIPITENO. Una storia lunga 45 anni quella che si è conclusa a lieto fine a Vipiteno, dove è ritornato uno dei 19 dipinti a olio rubati dall’ex Commenda dell’Ordine Teutonico nel lontano 1978. Nei giorni scorsi, con una cerimonia solenne, è stata celebrata la riconsegna dell’opera, il ritratto del gran maestro Clemente Augusto di Baviera, principe-elettore di Colonia, al Museo Civico di Vipiteno alla presenza del sindaco Peter Volgger e del presidente della Fondazione Deutschhaus Vipiteno Reinhard Fuchs.

Ai primi di dicembre del 1978, il furto di opere d’arte a Vipiteno suscitò grande scalpore. In un’incursione a Castel Tasso furono rubati 19 preziosi dipinti a olio, la maggior parte proveniente dall’ex Commenda dell’Ordine Teutonico di Vipiteno. La sede dell’Ordine era stata utilizzata come ospedale fino al 1976, ma poiché l’edificio della “Deutschhaus” non era più considerato adeguato dopo il trasferimento dell’ospedale nel nuovo ospedale distrettuale, l’amministrazione della fondazione accolse la richiesta della Contessa di Thurn und Taxis di ospitare i dipinti, in prestito, nelle sale di Castel Tasso.

Nello stesso anno, appunto, alcuni ladri entrarono nel castello, forzarono due porte e rubarono i dipinti. La maggior parte dei quadri rubati erano ritratti di comandanti delle Commende dell’Ordine Teutonico o di grandi maestri. Quasi tutti erano citati in un inventario della Commende del 1776. Per molti anni di questi preziosi beni non si seppe nulla, ma poi ecco arrivare il colpo di scena: qualche mese fa, un’unità del Nucleo Tutela patrimonio culturale dei carabinieri è riuscita a ritrovare uno dei dipinti rubati.

Nel novembre scorso, il presidente della Fondazione Deutschhaus Reinhard Fuchs ha potuto identificare il dipinto nella sede dei Carabinieri di Verona. Si tratta, come detto, del ritratto del gran maestro Clemente Augusto di Baviera, principe-elettore di Colonia. Tuttavia la Procura della Repubblica, dopo la revoca del sequestro, non ha restituito il dipinto alla Fondazione, ma al proprietario del negozio di antiquariato, che a suo tempo lo aveva acquistato in buona fede ed è stato quindi considerato il legittimo proprietario.

In seguito a colloqui con il presidente della Fondazione, tuttavia, l’antiquario si è detto disposto a donare il dipinto alla Fondazione, che a sua volta l’ha prestato al Museo Civico e al Museo Multscher di Vipiteno.

II dipinto è stato quindi consegnato nel corso della suddetta cerimonia. Rimane ancora un mistero, invece, la sorte degli altri 18 dipinti sottratti nel furto di 45 anni fa. A suo tempo, la Fondazione aveva offerto una ricompensa per chiunque potesse fornire informazioni per il ritrovamento delle opere. Appello e offerta, tuttavia, non avevano sortito risultati.

Il precedente. Nell’autunno di due anni fa, i carabinieri del Nucleo Tutela del patrimonio culturale - Tpc di Udine hanno restituito all’Ordine Teutonico un dipinto del Seicento, comprensivo di cornice in foglia d’oro, che era stato a sua volta trafugato dalla Commenda Teutonica di Vipiteno. Il dipinto, un olio su tela delle dimensioni di 101x80 centimetri di autore ignoto, raffigura la scena biblica della circoncisione e della presentazione al Tempio di Gesù.

I militari avevano appurato che il dipinto era destinato alla vendita per conto di un privato residente a Bolzano e avevano notato la presenza sul retro di segni distintivi riconducibili all’Hospitium della Commenda Teutonica di Vipiteno. L’indagine aveva verificato che il dipinto fu illecitamente rimosso da ignoti tra il 1807 e il 1809 (anno della soppressione della Commenda Teutonica), per poi arrivare a un antiquario bolzanino operante tra gli anni ’60 e ’80. A seguito di lascito ereditario, il bene era confluito nel patrimonio del mandante di un’asta, che, inconsapevole dell’origine illecita della tela, aveva collaborato con i carabinieri.

 













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