«Troppi in giro sulla Plose aggirando tutti i divieti» 

La segnalazione del Soccorso alpino. Col bel tempo, ci si avventura in quota per un fuoripista o una gita sui sentieri Il capo stazione Vallazza: «Il timore è che, tolti i limiti agli spostamenti, ci siano affollamenti e comportamenti a rischio»


Fabio De Villa


Bressanone. Con l’allungarsi delle giornate e il bel tempo persistente, sono sempre più numerosi quelli tentati di fare un’escursione contravvenendo ai divieti e “ampliando” i limiti imposti per gli spostamenti da casa a causa dell’emergenza coronavirus. Lo sanno gli uomini del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico Cnsas di Bressanone guidato da Carlo Vallazza, che sono al corrente di persone che anche in questo periodo si avventurano in quota per un fuoripista o una scampagnata fra i sentieri.

Quali sono i rischi maggiori attualmente?

“Ci hanno segnalato più volte - dice Vallazza - comitive di persone andare sulla Plose aggirando i divieti in vigore. In particolare, dopo le ultime nevicate delle settimane scorse. Persone che poi sono state prontamente individuate”.

Com’è la situazione attuale a Bressanone e nelle zone limitrofe?

“Attualmente siamo piuttosto tranquilli – continua il capostazione del gruppo brissinese – Gli interventi in montagna sono chiaramente molti di meno, anche se, altrettanto chiaramente, non manca la preoccupazione”.

Quale è la vostra preoccupazione maggiore?

“Il nostro timore, come quello di molti altri soccorritori e colleghi in tutta la provincia e fuori provincia, è che quando si potrà tornare ad andare in montagna si creino affollamento improvvisi e incontrollati di persone che vorranno uscire dalla quarantena, con relativi comportamenti anche a rischio. Quindi siamo sempre in allerta e lo saremo ancor più quando la gente comincerà nuovamente a uscire”.

Che consiglio date ai brissinesi?

“Ognuno di noi, nessuno escluso, ha il compito di fare la sua parte per migliorare la situazione d’emergenza del momento. Dimostriamoci responsabili e asteniamoci da uscite con gli sci e da altre attività escursionistiche ed alpinistiche e rimaniamo a casa, ancora un po’ dopo esserlo già stati per varie settimane”.

Quali interventi siete stati chiamati a fare di recente?

“Si è trattato per lo più di intervenire in conseguenza di piccoli incidenti sul lavoro. In ordine cronologico l’ultimo intervento lo siamo stati chiamati ad effettuarlo in una zona impervia sopra l’abitato di Spelonca, a Varna, dove un contadino aveva avuto un malore durante alcuni lavori attorno al suo campo. Siamo andati a recuperarlo”.

Com’è cambiata la vostra macchina organizzativa in questo periodo così profondamente segnato dall’emergenza coronavirus e dai provvedimenti straordinari decisi per contrastare i rischi di contagi?

“Abbiamo dotato tutti i nostri mezzi e veicoli di intervento con i relativi dispositivi di protezione e i nostri volontari utilizzano maschere, guanti e tute integrali che indossano in caso di uscita. Si tratta di materiale monouso che, una volta indossato, deve essere gettato via e non può essere riutilizzato”.

Oltre ai soccorsi in montagna, state effettuando anche altri servizi.

“Sì. Siamo impegnati nella consegna dei buoni spesa a domicilio. Come ente volontario di soccorso, ci siamo messi a disposizione del Comune di Bressanone e della protezione civile per dare una mano dove serve”.

Come funziona questo servizio?

“Vista la grande richiesta del momento, ci è stato chiesto di effettuare il ritiro e la consegna dei buoni spesa, buoni che ci sono stati affidati in piazza Maria Hueber dagli addetti del Comune. Una volta consegnati a noi, quattro nostri volontari sono partiti per fare la consegna dei buoni direttamente nelle case delle persone che ne avevano fatto richiesta”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità