Un giardino vescovile pensato per i brissinesi 

Lo studio di fattibilità è firmato dallo studente di architettura Florian Psaier  Prevista anche un’arena con 500 posti a sedere per ospitare i grandi eventi


di Luca Masiello


BRESSANONE. Un grande spazio che apre quel cuore verde a tutta la città, quattro strade che si congiungono con il palazzo vescovile da punti anche poco valorizzati; una stradina per passeggiare nel pomario, e al centro un’arena da 500 posti. Quando tutto sembrava già deciso con il benestare di una gran fetta della cittadinanza (nonché delle parti politiche), una nuova proposta per la sistemazione del giardino vescovile arriva dalla penna di un giovane studente, Florian Psaier, che come tesi di laurea in architettura all’Università di Innsbruck ha elaborato un nuovo concetto che stravolgerebbe le convinzioni che hanno portato ad applaudire il progetto di Heller. E in meno di ventiquattro ore dalla creazione della sua pagina Facebook - “Brixner Hofburggarten” - i rendering del “nuovo” giardino sono già diventati virali: “Lo so benissimo che il mio progetto non verrà mai realizzato, ma il mio scopo è far capire ai brissinesi che quel giardino è loro, di tutti noi, e non dei turisti”, spiega Psaier.

Florian Psaier, che cosa l’ha portata ad elaborare questo progetto?

La risistemazione del giardino vescovile mi ha sempre interessato, sin da quel primo bando di concorso indetto dal Comune. Ci ho pensato e ripensato continuamente, finché non mi sono accorto che mi sarei dovuto staccare da quelle imposizioni che erano state imposte agli architetti in gara: perché chiudere quel gioiello dietro alle mura? Perché non aprirlo alla città? Solo per farlo visitare ai turisti e guadagnarci dai biglietti di ingresso?

Cosa pensa del progetto di Heller?

È un grande professionista e il suo progetto è molto bello. Solo che anche la sua visione è ristretta: sia lui che gli altri architetti hanno lasciato che la loro fantasia venisse arginata dal perimetro della Hofburg, perché queste erano le regole del gioco. A me piacerebbe “donare” il giardino alla città, aprirlo veramente a tutti.

Quindi la Hofburg diverrebbe una sorta di piazza pubblica?

Esattamente: un centro nevralgico raggiungibile da ogni parte del centro: a nord da piazza Duomo, a sud dalla ormai disabitata via Roncato, e si potrebbero creare due entrate da est, da via san Cassiano, che prima o poi diverrà zona pedonale; al centro del giardino, poi, un’arena da 500 posti, dove si potrebbero organizzare concerti e performances in una cornice unica. Tutta l’area diverrebbe una zona di aggregazione per la città, si potrebbe anche realizzare un ristorante, un bar ed una biblioteca; i cittadini avrebbero così l’opportunità di vivere veramente questo gioiello, passeggiare all’ombra del pomario e non trascorrere solo qualche fugace minuto dopo aver pagato il biglietto. Abbiamo la fortuna di avere questo gioiello in pieno centro: sfruttiamola.

Come crede che verrà recepito il suo progetto?

Sui social media e nelle relazioni personali ho avuto le mie soddisfazioni, dal punto di vista politico non lo so proprio, anche se mi rendo conto che la mia visione non rientra nei parametri di Provincia, Comune e Diocesi. A me interessa che i brissinesi capiscano che questa è la loro città: una volta cambiato il volto del giardino vescovile, resterà così per tanto tempo; non voglio dire che la mia idea sia migliore, ma spero che possa far riflettere le persone. Bisogna capire che Bressanone non è per i turisti, ma in primis per chi ci abita.

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