Varna, altre bombe dal lago Bagni vietati anche nel 2020 

La bonifica. In 2 anni sono stati recuperati 32.599 ordigni risalenti alla Prima guerra mondiale Da marzo riprenderanno le operazioni. Il sindaco: «Si pensa ci sia ancora molto da ripescare»


fausto da deppo


fausto da deppo

varna. Non si potrà fare il bagno nel lago di Varna per tutto il 2020 e il motivo è legato a ciò che da qualche anno fa notizia dalle parti del bacino: i continui ritrovamenti di reperti bellici, bombe, spolette, materiale ereditato dalla Prima guerra mondiale, magari non più esplosivo ma certamente tale da far pensare a più di una possibilità di pericolo. Per questo, già nel settembre di due anni fa, sono cominciate le operazioni di bonifica, di ripulitura dei fondali, a cura dell’Esercito, in particolare del Gruppo operativo subacquei del comando subacquei e incursori della Marina militare, distaccato presso il nucleo Sminamento difesa antimezzi insidiosi di Ancona e della Spezia.

I numeri che raccontano quello che i militari hanno trovato sono impressionanti: 32.599 reperti bellici recuperati fin qui per un peso complessivo di 28 tonnellate. In poco più di due anni si sono succeduti vari interventi, considerando solamente le operazioni realizzate quest’anno siamo a 20 tonnellate e circa 25 mila ordigni ripescati dall’acqua, riordinati sulle rive e messi n sicurezza. Dal prossimo marzo la bonifica riprenderà e per questo nelle acque di Varna, nell’estate che verrà, non si potrà proprio parlare di fare il bagno.

Diverso il discorso per il sentiero che corre lungo il perimetro del bacino: “Sarà ovviamente chiuso durante le operazioni portate avanti dai militari - spiega il sindaco Andreas Schatzer - ma potrà essere percorso nei periodi in cui i lavori di bonifica dei fondali sono sospesi o non sono in corso”.

Schatzer ha avuto nei giorni scorsi un incontro con autorità militari, commissario del governo, amministrazione forestale e proprietari dei terreni interessati intorno al lago. “Non si può dire quanti reperti siano ancora presenti nel lago e vadano asportati. Si può ipotizzare che siano ancora molti. Si pensa - aggiunge il sindaco - che durante la Prima guerra mondiale o al termine del conflitto, armi e materiali bellici siano stati letteralmente scaricati nel lago, forse direttamente da convogli ferroviari, sfruttando la linea di binari vicina e realizzando addirittura una rampa per facilitare il passaggio dai binari al lago. In questo modo, sul fondo dello specchio d’acqua si sono evidentemente accumulati migliaia di ordigni”. Quelli già recuperati sono stati consegnati agli artificieri del 2° reggimento Guastatori di Trento della brigata alpina Julia per essere distrutti.













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