«Zona rossa: capisco le proteste ma ci serve» 

Il sindaco Peter Brunner. «Parlo con la gente, con chi non lavora, vedo il commercio soffrire ma è necessaria la massima disciplina per uscire al più presto dal periodo delle restrizioni»


Fausto Da Deppo


Bressanone. Il Comune di Bressanone è stato classificato già sabato sera “zona rossa”. Ieri il sindaco Peter Brunner aspettava “la comunicazione ufficiale”, nel quadro di un’attesa che proiettava ancora più in là l’ombra dell’emergenza, verso l’ufficializzazione della zona rossa per l’intera provincia.

“Le cifre dei contagi purtroppo ci spingono verso la considerazione di misure di sicurezza e prevenzione particolari”, ha osservato Brunner guardando la situazione altoatesina. “A Bressanone – ha proseguito il sindaco – i casi di contagio da Covid 19 sabato erano 22 ed erano scesi rispetto ad alcuni giorni prima, quando eravamo saliti a 39. E, sempre sabato, erano 245 le persone in quarantena. In rapporto alla popolazione cittadina e in confronto con situazioni locali più gravi, i numeri nel nostro Comune sono allarmanti ma non drammatici, ma da un lato vanno valutati anche altri parametri, come eventuali Comuni limitrofi già monitorati con attenzione (e noi abbiamo Velturno e Naz-Sciaves) e il rapporto cittadini-contagiati per un certo numero di giorni sopra una certa soglia, dall’altro lato è la mappa dei contagi nell’intero Alto Adige che va tenuta presente ed è una mappa preoccupante”.

Ha timori in vista della possibile applicazione di misure più restrittive, timori per le reazioni della gente? Qualche protesta si è fatta sentire in città.

“Dobbiamo vedere cosa cambierà, quali ulteriori limitazioni verranno introdotte per la città e per tutta la provincia. Già le misure preventive avevano coinvolto bar, ristoranti, negozi, ma ad esempio molti spostamenti erano consentiti... Vedremo le novità, vedremo che succederà per la scuola, se come sembra si continuerà in presenza per le classi fino alla prima media”.

Come Comune come vi siete, vi state preparando?

“Domani (oggi, ndr) avremo una riunione in videoconferenza per vedere con assessori e tecnici cosa fare. Abbiamo già acquistato altri pc per il lavoro da casa de dipendenti comunali e per gestire al meglio i servizi ai cittadini e anche il lavoro amministrativo. Abbiamo provato le videoconferenze a diversi livelli, anche se resta il dubbio, nei casi delle nomine delle commissioni comunali, su come tutelare la segretezza del voto. In alternativa si potrebbe prolungare nel frattempo gli incarichi delle vecchie commissioni”.

Intanto, come detto, segnali di protesta anti lockdown si sono visti anche a Bressanone.

“Capisco il malumore di chi deve chiudere. Le ho sentite, le ho viste le proteste. Parlo con la gente in città, sento l’umore dei cittadini, ma capisco anche i responsabili provinciali di fronte a cifre di contagi che continuano a salire”.

È difficile prendere decisioni...

“È una situazione drammatica anche perché ogni decisione rischia di essere un errore e provoca critiche. C’è chi non lavora, chi deve restare a casa e non sa quando potrà riaprire l’attività. Non c’è un tempo determinato di chiusura o di limitazione, non sono 2 settimane sapendo con certezza di tornare alla normalità. E intanto si avvicina un periodo cruciale per il commercio come il Natale e vedi che la gente si attrezza in altro modo, pensa agli acquisti online o agli acquisti delle feste non pensa proprio. Per alcuni settori, come sport e tempo libero, l’estate almeno è stata un buon frangente, per altri nemmeno quella... Ho a cuore la gente e vedo tanti soffrire in queste settimane, come è successo in primavera. Vedo gente con le lacrime agli occhi che mi lascia senza parole. E parlo anche con i medici in ospedale, che mi dicono”Siamo al limite, abbiamo i letti occupati”. Alla casa di riposo la situazione è ancora sostenibile, ma è chiaro che questa emergenza sta mettendo tutti in difficoltà. Tutte le categorie. Difficoltà sanitarie, finanziarie...”

Cosa serve adesso?

“Tanta disciplina, rispetto delle misure di contenimento dei contagi. Più siamo disciplinati e più breve sarà il periodo delle restrizioni”.

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