IL CASO

Discarica abusiva a Mezzocorona, otto indagati: c'è anche il sindaco

Per la Procura Comune e Provincia avrebbero rilasciato arbitrariamente provvedimenti in deroga consentendo ad Adige Bitumi di decuplicare il corpo della discarica. Hauser: "Sono sereno perché ho fatto quello che dovevo fare"



MEZZOCORONA. Sono otto le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Trento e che dovranno rispondere a vario titolo di abuso d'ufficio e traffico illecito di rifiuti, relativamente alla discarica di limi da 200.000 tonnellate costruita da Adige Bitumi a Mezzocorona.

Tra loro il sindaco di Mezzocorona, Mattia Hauser, insieme al responsabile dell'ufficio tecnico del Comune. Figurano inoltre due amministratori delegati dell'azienda, insieme al responsabile ambiente, un progettista e, per la Provincia autonoma, Giancarlo Anderle, ex dirigente del Sava. Tra gli indagati risulta infine la stessa società Adige Bitumi, in quanto persona giuridica. Per chi ha ricoperto incarichi come pubblico ufficiale, quindi sindaco, ex dirigente del Sava e responsabile dell'ufficio tecnico, l'accusa è di abuso d'ufficio, mentre agli altri viene contestato il traffico illecito di rifiuti in concorso.

Secondo le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dal Noe di Trento, la Provincia ed il Comune di Mezzocorona sarebbero stati a conoscenza sin dal 2009 della discarica, creata abusivamente, sostengono gli inquirenti. I dirigenti delle due amministrazioni interessate, invece di effettuare le previste attività di controllo e informare la Procura, avrebbero rilasciato arbitrariamente differenti provvedimenti in deroga alle stringenti normative di carattere ambientale, permettendo in questo modo all'azienda - sostengono gli inquirenti - di decuplicare il corpo della discarica.

Poco dopo il sequestro, il Comune di Mezzocorona - sostengono gli inquirenti - avrebbe adottato un'ordinanza che, invece di imporre al gruppo Adige Bitumi il ripristino dell'area, gli avrebbe illegittimamente consentito di recuperare parte dei rifiuti. L'amministrazione comunale - secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti - avrebbe perseverato nel dare corso al proprio provvedimento, nonostante il fatto che i carabinieri del Noe di Trento e successivamente anche l'Ufficio giuridico di Appa avessero segnalato l'incongruenza del provvedimento. Una incongruenza ribadita anche dal gip di Trento a seguito di un'istanza di dissequestro presentata dal Gruppo Adige Bitumi.

A questo punto le indagini si sono concentrate sul dirigente provinciale, nei confronti del quale la Procura di Trento aveva già avviato altri accertamenti in relazione a presunti atteggiamenti collusivi con alcune imprese. In particolare il dirigente, a seguito dell'accertamento di violazioni da parte di alcune aziende, invece di adottare i provvedimenti sanzionatori, attraverso «riunioni di cortesia» - così le definiscono gli inquirenti - avrebbe informato le aziende che avrebbe provveduto d'ufficio a regolarizzare le situazioni più eclatanti, evitando di disporre ulteriori verifiche. Le notifiche alle aziende - sempre secondo le indagini svolte - sarebbero state demandate a personale non specializzato in materia ambientale, pertanto non in grado di rilevare eventuali irregolarità. Nel corso delle indagini sono state svolte perquisizioni disposte dalla Procura, al termine delle quali sarebbe stato accertato che presso alcune aziende erano in atto degli scarichi in assenza di specifica autorizzazione.

Il commento del sindaco Hauser. «Sono sereno e tranquillo perché ho fatto quello che dovevo fare. E sono fiducioso che la magistratura faccia il suo corso e chiarisca al più presto questa situazione». Così il sindaco di Mezzocorona, Mattia Hauser, commenta la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. «Vengo chiamato in causa per un'ordinanza del 2019 dove intimavo all'azienda di ripristinare l'area - prosegue Hauser - ma è evidente che un sindaco non inventa un'ordinanza di ripristino ma fa affidamento sulla sua struttura comunale, che a sua volta prende spunto dall'ordinanza del Noe e da altra documentazione tecnica. Il mio Comune e i miei uffici hanno sempre lavorato per il bene della comunità. Mi spiace, oltretutto, che qui si parli di limo, dunque di derivati dalla lavorazione della sabbia, come rifiuto quando in altre regioni questo materiale viene considerato una risorsa e viene riutilizzato. Invece qui si continua a parlar male di Mezzocorona, per giunta coinvolgendo un'amministrazione comunale per una cava di proprietà privata, peraltro controllata da un ente provinciale». 













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