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Dna dei cani, la Lav contraria alla decisione altoatesina

Per l’associazione l'obbligo di profilazione genetica è penalizzate per chi rispetta le regole e rischia di essere controprodudente nella campagna contro gli abbandoni



BOLZANO. "Una decisione penalizzante per i conduttori che rispettano la regola di raccogliere le deiezioni e rischiosa”. Così la Lav commenta la decisione della giunta provinciale altoatesina  che prevede che  tutti i detentori di cani residenti in Alto Adige, debbano procedere alla profilazione genetica dell’animale entro il 31 dicembre 2023, mentre per quelli di nuova iscrizione nella banca dati dell’anagrafe degli animali da affezione, l’obbligo viene applicato a partire dal 1° gennaio 2022.

“Colpire tutti per una piccola parte risulta un atto ingiusto, infatti, come dichiarato dallo stesso responsabile delle Guardie Ecologiche del Comune di Bolzano, Spazzini, solo una piccola parte dei detentori risulta maleducata e non rispettosa. – dichiara Eros Torbol di LAV Bolzano.

“Riteniamo che sarebbe stato sufficiente un incremento dell’organico, maggiori e seri controlli e sanzioni più efficaci nei confronti di coloro che non ottemperano alla raccolta delle deiezioni per affrontare il problema senza penalizzare coloro che invece si comportano in modo corretto.

Da non trascurare – prosegue la Lav – nemmeno il fatto che la crisi economica generata dalla pandemia sta rendendo sempre più difficile, soprattutto per le persone economicamente fragili accudire gli animali con i quali convivono.

Il prezzo per il servizio è stato fissato, infatti, a 65 euro e i relativi costi saranno a carico del proprietario. Ciò può sfavorire l’iscrizione in anagrafe dei cani che non sono ancora stati identificati con il microchip perché al costo dell’identificazione si aggiunge anche quello della profilazione genetica, con conseguenze negative sulla prevenzione dell’abbandono

Un aspetto da non sottovalutare, infatti, è che la norma potrebbe indurre qualche detentore a non registrare tramite microchip il cane al servizio veterinario, rischiando così un inizio pericoloso di abbandoni senza alcuna possibilità di controllo.

L’obbligo del dna per i cani potrebbe risultare non solo controproducente per la prevenzione dell’abbandono, ma particolarmente svantaggioso, soprattutto nei confronti di coloro che hanno adottato un cane da un rifugio, in quanto queste persone hanno dato un importante contributo per restituire una famiglia a un animale abbandonato facendo risparmiare ai Comuni circa 1.300 € all’anno a cane, e adesso dovranno pagare anche il costo del test.

Rimangono ancora molti dubbi sia sulla gestione e su alcuni aspetti di questa norma, ai quali prossimamente chiederemo chiarimenti agli organi competenti. Nel frattempo siamo a richiedere alla Provincia di rivedere completamente la norma, trovando altre soluzioni meno discriminatorie e più efficaci".













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