Il caso

Ginecologa scomparsa, il reparto si spacca: una parte si schiera con il primario

E scoppia la polemica politica. I consiglieri provinciali Zanella e Degasperi: “Iniziativa inopportuna che aumenta dubbi e paure”



TRENTO. “Chiediamo che venga fatta chiarezza e che i singoli casi vengano acclarati, ma che non venga messo in discussione il lavoro di tutto il reparto di ginecologia. Che si smette di prendere a pretesto la triste vicenda di Sara e la comprensibile angoscia della sua famiglia per rivalse personali o politiche”. Firmato: un gruppo di professionisti del reparto di Ostetricia e Ginecologia del S.Chiara di Trento. 

Dopo la lettera di 5 ginecologhe del reparto che hanno denunciato un clima di lavoro di “profonda sofferenza” e “un'incompatibilità ambientale del primario” (Saverio Tateo, ndr), rivolgendosi a due avvocati per valutare un’azione legale, arriva un’altra lettera a rendere sempre più infuocato il clima attorno alla vicenda di Sara Pedri, la giovane ginecologa del S.Chiara scomparsa dal 4 marzo scorso. 

E’ una lettera firmata da un gruppo di sanitari del reparto che denuncia il fatto che da quando il caso è esploso alla ribalta nazionale, il reparto del S.Chiara “è sprofondato in un abisso”, fatto anche di “uno stillicidio di dichiarazioni anonime”. Si schierano con il primario Saverio Tateo, “professionista che con grandi capacità ed estrema passione  ha portato l’Ostetricia e la Ginecologia del S.Chiara ai vertici nazionali”.

Il giallo della ginecologa scomparsa in Trentino: ecco cosa è successo

Nuovi clamorosi sviluppo per il caso di Sara Pedri, la ginecologa scomparsa lo scorso 4 marzo. Ripercorriamo l’intera vicenda dall’arrivo in Trentino della dottoressa al terremoto in Azienda sanitaria.

Ma su questa lettera interviene con un’interrogazione il consigliere provinciale Filippo Degasperi (Onda Civica), il quale giudica il documento “talmente inopportuno da far dubitare della sua autenticità”. “Se veramente fosse circolato con la richiesta di sottoscrizione potrebbe apparire uno strumento per redigere liste di proscrizione dividendo tra buoni (i firmatari) dai cattivi (tutti gli altri). Farebbe altresì dedurre che in APSS la regia della vicenda è nelle mani del caso anche perché al reparto avrebbe facilmente potuto essere evitata la gogna mediatica se si fosse risposto agli atti ispettivi depositati da diversi consiglieri provinciali fin dal 2013”, scrive Degasperi.

Sulla stessa linea un altro consigliere provinciale, Paolo Zanella (Futura)

“Riteniamo siano quanto mai inopportuni la tempistica, le modalità e soprattutto i contenuti della missiva con la quale alcuni professionisti del reparto hanno deciso di “difendere” il primario ponendo l'accento sulla qualità clinica del reparto che nessuno ha mai messo in discussione. Sono arrivati gli ispettori ministeriali, sta indagando la procura, c’è un'indagine interna in corso e alcune ginecologhe hanno deciso di affidarsi a un avvocato. Ma la causa di tutto quello che sta succedendo non è legata in alcun modo a un'operazione sbagliata o a un parto problematico, ma alla gestione del personale, questione in capo al primario”.

Zanella precisa: “Il reparto di ginecologia e ostetricia del S. Chiara rimane un'eccellenza, come rimangono indubbie le qualità cliniche del dottor Tateo. Non è questo il tema. Quanto sta emergendo dalle numerose testimonianze è che il clima del reparto e la gestione del personale sembrano essere stati disfunzionali al poter lavorare in serenità. E su questo ispettori e procura stanno indagando.  Il clima è di timore e di tensione e una iniziativa come questa, può solo aumentare dubbi e paure all'interno di un reparto già scosso per la perdita di una collega e tutto quello che è emerso in seguito”.

 













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