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Giunta, i consiglieri italiani sulle barricate: due assessorati

Lunedì si riunisce la Svp: prende quota l’alleanza FdI, Lega, Freiheitlichen con La Civica di Gennaccaro Bianchi (Lega): «Non possiamo essere penalizzati dai calcoli etnici: va modificata subito la legge elettorale»


Antonella Mattioli


BOLZANO. Divisi su tutto, i cinque consiglieri italiani eletti in Provincia su una cosa sono d’accordo: il gruppo italiano ha diritto ad essere rappresentato da due assessori nella nuova giunta. Per la Svp, che ha perso due consiglieri e lunedì si riunirà per un’analisi del voto, il primo problema da risolvere è quello delle alleanze. Tra una coalizione di centro-destra e una di centro-sinistra al momento sembra avere più chance la prima.

Troppo rischioso non mantenere rapporti con chi governa a Roma; e comunque l’elettorato tedesco si è spostato decisamente a destra, soprattutto nelle valli. Difficile non tenerne conto e allearsi con Verdi e Pd, riproponendo la coalizione che regge le sorti del Comune di Bolzano. Per questo una delle ipotesi alla quale si starebbe lavorando in via Brennero prevede l’alleanza con Freiheitlichen, FdI e Lega. In questo modo in Consiglio si potrebbe contare su una maggioranza risicata di 18 consiglieri su 35. Per avere un po’ di margine si potrebbe prendere a bordo anche La Civica di Angelo Gennaccaro.
Come ipotesi estrema c’è chi dice che non sarebbe da escludere neppure un’alleanza con la destra secessionista di Sven Knoll (Süd-Tiroler Freiheit) che porterebbe in dote quattro consiglieri, ovvero il doppio dei Freiheitlichen. Esattamente come il Team K al quale pure il governatore guarderebbe con un certo interesse.

La rappresentanza italiana
Al problema delle alleanze si aggiunge - come detto - quello, non meno delicato, della ripartizione etnica dei posti in giunta. Il Kompatscher Ter potrebbe essere a nove come l’attuale o undici. Esclusi due assessorati italiani in una giunta a nove; in base a quanto previsto dalla legge elettorale, però anche nel caso di una giunta “lunga”, agli italiani spetterebbe un unico assessorato.
Sarebbe un’ulteriore batosta, dopo la debacle elettorale provocata dal forte astensionismo e dalla dispersione di voti favorita dalla presentazione di 16 liste, di cui 7 italiane.

Il ladino
La legge elettorale 14 del 2017 ha stabilito che in giunta provinciale possa (attenzione non debba) esserci un assessore ladino anche in presenza di un solo consigliere, in deroga quindi alla proporz. In consiglio questa volta è entrato un unico ladino: Daniel Alfreider, che in quanto fedelissimo del presidente Arno Kompatscher ha il posto assicurato; mentre non è stato confermato Manfred Vallazza. La presenza di un rappresentante ladino ha però delle ricadute sulla composizione etnica del resto della giunta. «La legge elettorale - precisa il costituzionalista Francesco Palermo - all’articolo 67, quinto comma, prevede: “In caso di rappresentanza del gruppo linguistico ladino nella giunta provinciale, i restanti incarichi di governo spettano agli altri gruppi linguistici in rapporto alla loro consistenza nel consiglio provinciale”. Si calcola dunque sui restanti, cioè 10. Quindi un solo assessore italiano».

Modificare la legge
Per cambiare le regole del gioco che, nel caso specifico penalizzano la rappresentanza italiana in giunta provinciale, bisogna modificare la legge elettorale. A chiederlo è innanzitutto Christian Bianchi, sindaco di Laives e unico eletto nella lista della Lega: «Nulla contro Alfreider che stimo, ma in base alle norme ai ladini che stavolta hanno eletto un unico consigliere, non spetta di diritto un posto in giunta. Vogliono darglielo: è una possibilità. Purché questo non vada a scapito del secondo assessorato per il gruppo italiano. Per questo io chiedo che venga modificata la legge». Richiesta legittima, ma irricevibile subito dopo le elezioni. Per la modifica serve una maggioranza assoluta ed è prevista la possibilità di indire un referendum. Sapendo che metter mano alla legge sarebbe troppo complicato, si appella al buonsenso il più votato dei consiglieri italiani Angelo Gennaccaro (La Civica): «Bisogna dare più dignità al gruppo italiano che è uscito con le ossa rotte dal voto. Molti - delusi da M5S, Lega e FdI - non sono andati a votare, per questo è importante che nella nuova giunta si sentano rappresentanti». Marco Galateo (FdI), che all’indomani del voto era a Roma per parlare tra gli altri con il ministro Francesco Lollobrigida incaricato di seguire le trattative, assicura: «Lavoriamo per ridare agli italiani una rappresentanza forte in giunta. Non solo numerica ma anche a livello di competenze». Anche Sandro Repetto (Pd) non ha dubbi: «Con una giunta a 11, due posti devono essere per gli italiani». Una curiosità: nella capitale, in questi giorni, anche la neo eletta Anna Scarafoni (FdI) che ha incontrato la deputata Alessia Ambrosi. 













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