Sanità

I medici di famiglia dicono basta allo scaricabarile dei certificati

I professionisti stanno subissando l’Ordine di segnalazioni perché troppi ospedalieri e molti liberi professionisti non compilano il certificato telematico Inps con la scusa che “non hanno tempo”. I sindacati Fimng e Snami: inaccettabile


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Ha bisogno del certificato di malattia Inps? Se lo faccia fare dal medico di famiglia». Col risultato che il cittadino-paziente, che lo deve presentare al datore di lavoro, si vede costretto suo malgrado a svariati giri e telefonate per ottenerlo. E proprio i medici di famiglia stanno subissando l'Ordine di segnalazioni perchè troppi ospedalieri e molti liberi professionisti non compilano il certificato telematico perchè "non hanno tempo".

Con l'Ordine tenuto alle sanzioni disciplinari. «Tanti ospedalieri e ancor di più i privati - dicono i medici - con la scusa che non hanno le credenziali di accesso che invece possono richiedere, spesso non fanno il certificato di malattia, che è sempre compito, anzi dovere di chi vede per primo il paziente».I sindacati dei medici di medicina generale - Fimmg e Snami - ricordano ai pazienti che è un loro diritto avere da ogni medico che li cura, i giorni di malattia tramite il certificato telematico: «Il medico di famiglia può rilasciare certificati di malattia solamente per le malattie direttamente riscontrate e clinicamente seguite in prima persona. Non è autorizzato a certificare gli stati patologici del proprio paziente direttamente osservati da altri medici (chirurgo, dentista, ginecologo, psichiatra, ecc.)».

Rubino: obbligo da rispettare

Ma la battaglia sembra persa. Luigi Rubino - segretario provinciale Fimmg - parla di obbligo di legge da rispettare assolutamente. «Il medico che visita il paziente è tenuto per legge anche al rilascio del certificato di malattia. Ma purtroppo per molti colleghi ospedalieri -e mi riferisco soprattutto ai "gettonisti " ed a tanti privati - quella che dovrebbe essere una normale buona pratica non viene rispettata. C'è chi accampa scuse "oggi non mi funziona il computer" oppure "oggi non ho la segretaria per favore se lo faccia fare dal medico di famiglia". Ma non è così che si fa. Non è possibile scaricare l'ennesima incombenza burocratica su una categoria di professionisti della salute già oberati di burocrazia e sopratutto scaricare il paziente che si sente leso nei suoi diritti e fa la fine del pacco sbattuto da una parte all'altra».

Hofmann: carico di lavoro in più

«Il medico di medicina generale già oberato di lavoro non può addossarsi l'ennesimo carico che non gli spetta. Questo modo d'agire fa male al professionista che si sente svalutato, per non parlare del paziente sballottato da una parte all'altra». Susanna Hofmann, segretaria Snami, parla di problema antico. «Per superarlo abbiamo fatto di tutto. La questione è stata sviscerata tra commissione ospedale-territorio, tavoli di lavoro contro la burocratizzazione, l'appoggio del presidente Arno Kompatsvher, lettere scritte dall'Asl ai dipendenti e appelli puntuali dell'Ordine, ma purtroppo in troppi fanno "spallucce"». Ma chi fa come se niente fosse? «Professionisti non iscritti all'Ordine di Bolzano, tanti "gettonisti" o medici convenzionati a cui aggiungo alcune pecore nere dell' ospedale». Dunque l'abitudine allo scaricabarile dei certificati non si allenta. «E non sono solo malattie, sono anche ricette, richieste per tac, risonanze ma anche visite di controllo. Tutto lavoro scaricato su di noi perchè loro - gli specialisti - "non hanno tempo da perdere". Non è così che si fa ogni professionista deve compiere il suo lavoro fino alla fine anche e soprattutto nell'interesse del paziente».Anche per questo in gran parte degli ambulatori dei medici di famiglia è appeso un cartello che parla chiaro. "Il certificato di malattia deve essere richiesto dal paziente, se visto in Pronto soccorso, al medico del Pronto soccorso. Se dimesso da ricovero ospedaliero, al medico del reparto. Se visto in ambulatorio specialistico, al medico della struttura. Se visto da un libero-professionista, al medesimo sanitario. Se visto dalla Guardia, al medico del servizio. Il certificato è gratuito a norma di legge, se si incontrassero difficoltà ad ottenere quanto richiesto per diritto, gli interessati possono rivolgersi alle direzioni sanitarie delle strutture coinvolte o all'Ordine".













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