l’indagine

Integrazione, in Alto Adige mancano strategie a lungo termine: “Molte iniziative ma poca continuità”

Studio di Eurac Research: “Serve un piano pluriennale e di maggiori risorse per il centro di coordinamento esistente” (foto Ansa)



BOLZANO. Mancano strategie a lungo termine per promuovere la buona convivenza tra persone con e senza background migratorio: è quanto risulta da uno studio di Eurac Research sulla politica di integrazione in Alto Adige. In quasi due terzi dei Comuni esaminati, ad esempio, non esiste un piano per l'integrazione. "Molte delle persone che attualmente lavorano come responsabili dell'integrazione nei comuni dell'Alto Adige - riferisce Eurac Research - si descrivono come combattenti solitari e mettono in luce come a volte manchi il sostegno delle loro colleghe e dei loro colleghi del consiglio comunale, perché dal punto di visto politico occuparsi di integrazione e immigrazione comporta molto lavoro e anche dei successi, ma porta pochi voti".

"I responsabili dell'integrazione nei Comuni sono generalmente molto motivati, ma, allo stesso tempo, il livello di frustrazione è alto, perché sono spesso abbandonati a se stessi e ricevono poco apprezzamento", spiega la responsabile dello studio, Verena Wisthaler. "Lo studio evidenzia l'urgente necessità di istituzionalizzare e di pianificare a lungo termine e in modo sostenibile l'integrazione in Alto Adige. Sono necessari comitati per sviluppare strategie, non solo a livello comunale, ma anche a livello provinciale. Abbiamo bisogno di un piano pluriennale e di maggiori risorse per il centro di coordinamento esistente: il suo ruolo è fondamentale", afferma Wisthaler.

L'Alto Adige, conclude Wisthaler, ha bisogno di "abbandonare il singolo per passare a una maggiore strutturazione" in modo da mantenere e sfruttare meglio l'esperienza, i contatti e le reti.













Altre notizie

Attualità