Vaccini

Kompatscher: “In Alto Adige idee no vax radicate, è una battaglia culturale”

Il governatore: “Ora dobbiamo convincere gli scettici, o meglio gli attendisti”



ROMA. "Non è una sfida logistica o organizzativa, adesso convincere gli incerti è una battaglia culturale. Sappiamo che qui le posizioni no vax sono molto radicate". A dirlo in un'intervista al Corriere della Sera è il presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher.

L’Alto Adige è stato ai vertici della classifica sulle vaccinazioni, per poi progressivamente perdere terreno. 

 "Siamo partiti benissimo, eravamo tra i primi per le somministrazioni - sottolinea - Questo significa che dal punto di vista logistico-organizzativo tutto ha funzionato alla perfezione. Ma sapevamo di essere un territorio dove le posizioni no vax sono più radicate, si sente l'influenza dell'area germanica. Adesso dobbiamo vincere una battaglia culturale".

Sugli over 60 e le categorie fragili, spiega Kompatscher, "abbiamo dati buoni. Adesso il problema sono nella fascia di età tra i 30 e i 50 anni, e anche tra i giovani. Come Provincia speriamo - dice - che il Green pass, previsto per molte attività come le feste o le attività sportive, costituisca un incentivo perché alla lunga il test, anche autosomministrato, è una scocciatura". Per il presidente della provincia di Bolzano, "in questa fase non dobbiamo puntare a convincere la minoranza fondamentalista che mai si vaccinerà. Bisogna puntare sugli scettici, o meglio direi gli attendisti. Quelli che non sono ideologicamente contrari ai vaccini ma che si dicono che ora i contagi sono bassi, che pensano di vaccinarsi a settembre perché poi il green pass durerà più a lungo. A queste persone noi dobbiamo parlare chiaramente - dice - non dall'alto in basso. Chiarire i dubbi, andare verso di loro. Proprio per questo stiamo facendo eventi sul territori". 













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