il caso

Lago di Garda preso d’assalto: quando il turismo rischia di diventare un problema

Il pienone registrato nelle ultime settimane ha riportato alla luce molte criticità

 


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. In questi ultimi anni le presenze turistiche sul Lago di Garda sono aumentate in modo esponenziale con la conseguenza diretta di rimarcare in modo allarmante criticità finora. Almeno in parte, contenute.

Una situazione che sul lungo periodo potrebbe mettere a rischio gli ottimi risultati turistici di tutto il bacino del lago. L’ultimo episodio in ordine di tempo è quanto accaduto lungo la Strada della Forra nel Comune di Tremosine con la circolazione paralizzata poco dopo le 19,30 solo qualche decina di minuti dopo la fine del senso unico alternato in vigore dalle 10 alle 19.

E’ stata sufficiente una manovra errata in un punto molto stretto per paralizzare il traffico. Le immagini della lunga colonna con i passeggeri sconsolatamente in piedi a fianco delle loro autovetture sono diventate virali in tempo reale. Le scene immortalate non hanno certo avuto un effetto promozionale quando invece la strada è un unicum di livello mondiale e meriterebbe davvero di poter essere percorsa in tranquillità per poterla apprezzare al meglio. Precedentemente ad essere protagonisti dei video in rete erano state le giornate del ponte pasquale a Sirmione.

Le immagini della muraglia umana che si era venuta a creare e che avrebbe messo in seria difficoltà un eventuale intervento dei mezzi di soccorso, non sono state di certo un bello spot per la “Perla del Garda”. Se a questi episodi aggiungiamo il traffico caotico su tutte le strade di accesso e di transito del Lago di Garda a rischio paralisi anche per incidenti di media entità, la situazione è da monitorare con attenzione. Non senza creare polemica, c’è chi propone il numero chiuso specialmente per le giornate di punta; oppure chi vorrebbe un accesso ai centri storici a pagamento mediante un ticket che possa contribuire a limitare gli ingressi. Opinione condivisa è quella che vorrebbe la creazione di aree di sosta lontano dai centri gardesani raggiungibili con un servizio di navette che sarebbe anche un modo indiretto per controllare i flussi delle persone. Proposti anche eventi ad orari diversi in aree al di fuori dei centri storici per disperdere i turisti provando così a evitare gli assembramenti.

La criticità alla quale pare proprio che non ci sia possibilità di soluzione è quella delle vie d’accesso con la Gardesana Occidentale e Orientale che non possono essere in alcuna maniera modificate e che diventano degli imbuti senza alternative, pur intervenendo al meglio sulle strade di collegamento. Infine l’autostrada A22 che oltre al noto limite rappresentato dalle due corsie ha un unico casello – Affi – in direzione Lago di Garda le cui code nei giorni di traffico intenso congestionano anche tutte le vie di collegamento sia in direzione Lago che Verona.













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