Allarme asili nido: soluzioni fai da te ma senza educatori

Laives. Da ieri, dei 75 bambini iscritti al nido del Comune di Laives (ricordiamo che dall’estate scorsa c’è anche una sezione con 15 posti ricavata nella sede della scuola materna di Pineta) circa...



Laives. Da ieri, dei 75 bambini iscritti al nido del Comune di Laives (ricordiamo che dall’estate scorsa c’è anche una sezione con 15 posti ricavata nella sede della scuola materna di Pineta) circa la metà è costretta a casa. Si tratta dei piccoli di quelle famiglie che non hanno i requisiti previsti dall’ordinanza con la quale il presidente Kompatscher ha stabilito il nuovo lockdown.

Per le rispettive famiglie è un problema da risolvere, quello di sistemare i figli se si va a lavorare. La soluzione “classica”, per chi ne ha la possibilità, rimane sempre quella di affidarli ai nonni o comunque a qualche parente, oppure alle Tagesmutter.

Da tempo si sta sviluppando anche un’altra possibilità ed è quella di organizzarsi fra madri e padri per affidare i figli a qualcuna o a qualcuno di della propria cerchia di conoscenze che abbia tempo e spazio in casa per ospitare altri bambini oltre ai propri. È una soluzione abbastanza “casereccia”, ma in mancanza di alternative rimane ben poco da scegliere.

Semmai, ciò che viene a mancare con la necessità di rimanere a casa dal nido è l’educazione: al nido infatti c’è la presenza delle operatrici, che sono specializzate e preparate proprio per seguire bambini fino ai 3 anni d’età, una specializzazione impossibile da garantire altrove, salvo che con le Tagesmutter. La scorsa primavera, in occasione della chiusura totale del nido, sempre a causa della pandemia, le operatrici di Laives avevano proposto una serie di incontri online su Facebook con i bambini a casa, proponendo canzoncine e giochi vari, proposte particolarmente apprezzate dai piccoli che erano relegati fra le mura domestiche.

È chiusa anche la sede dell’Elki di Laives, che rappresentava una valida alternativa per l’affidamento dei figli piccoli, almeno per qualche ora al giorno. «Abbiamo chiuso anche noi – afferma Eletta Martinelli, la presidente dell’Elki – perché con questa situazione non era il caso di continuare ad accogliere bambini e genitori. Almeno per questa settimana siamo chiusi». B.C.

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