Ciclabile, pressing per il tratto fino a Vadena
Della questione, che si trascina da anni, si è discusso in sede comprensoriale Da risolvere il nodo della proprietà privata oltre il Comune di Laives
LAIVES. C'è anche il via libera della comunità comprensoriale Oltradige-Bassa Atesina, alla realizzazione della pista ciclabile lungo via Stazione a Laives. «Il relativo investimento è stato inserito nel “Dup” (documento unico di programmazione) – dice il sindaco Christian Bianchi – e quindi la stessa comunità comprensoriale, come è stato per la riqualificazione di San Giacomo e il prolungamento verso sud, sempre di San Giacomo, della pista ciclabile, si incaricherà di predisporre la gara d’appalto dei lavori. La comunità comprensoriale sta anche andando avanti con la pratica che dovrebbe portare al completamento del tracciato, vale a dire fino all’argine dell'Adige, passando lungo la zona “Cervo”, nel territorio comunale di Vadena».
Progettata dall’ingegner Giorgio Giacomozzi, la pista ciclabile fra la città di Laives e la sua stazione ferroviaria correrà a fianco di via Stazione. A tal proposito, recentemente il vicesindaco Giovanni Seppi aveva chiarito un dubbio sollevato da alcuni consiglieri comunali d’opposizione in merito al punto esatto di arrivo della pista ciclabile. «Arriverà fino al confine fra il territorio comunale di Laives e quello di Vadena, passando nel sottopasso ferroviario, unico punto dove la pista ciclabile sarà tracciata sulla strada, punto problematico da superare». Per quanto riguarda finanziamenti ed espropri, tutta la documentazione è pronta e si tratterà quindi di iniziare, rispettando i tempi tecnici legati all’appalto. Questa pista ciclabile del resto è stata posta in testa al programma di coalizione della maggioranza che sta amministrando Laives.
Più complicato invece il resto, vale a dire il completamento naturale fra la stazione ferroviaria di Laives e l’argine dell’Adige, distante poche centinaia di metri: è territorio di Vadena, dunque Laives non vi ha alcuna competenza. Soprattutto, la stradina che dovrebbe essere utilizzata (zona “Cervo”) è proprietà privata e finora gli agricoltori sono sempre stati restii a cederla accettando l’esproprio o con maggior probabilità la forma della servitù. Si confida comunque nel fatto che si tratterebbe di un’opera di interesse sovracomunale e questo aiuterebbe sicuramente nel caso il cui, non trovando un accordo coi privati, si decidesse di espropriarla.