Il coronavirus alla Guella: 15 carabinieri in isolamento 

Emergenza sanitaria. Messi in quarantena coloro che hanno avuto contatti coi militari Alcuni ospiti della Domus Meridiana risultati positivi al tampone sono stati trasferiti a Bolzano



Laives. Invisibile e insidioso come è, il coronavirus è riuscito ad entrare anche in un luogo sorvegliato come è la caserma che ospita il Settimo reggimento dei carabinieri del Trentino-Alto Adige di Laives. «Il comandante, il colonnello Michele Facciorusso - dice il sindaco Christian Bianchi –, mi ha comunicato che fra i suoi carabinieri una quindicina manifesterebbero i tipici sintomi del contagio da coronavirus. I sanitari della caserma hanno immediatamente posto in isolamento loro e chi con loro ha avuto contatti in quarantena. Essendo tutti giovani non dovrebbero esserci rischi per la loro incolumità. Facciamo gli auguri di pronta guarigione a tutti».

Giorno dopo giorno, è in continua evoluzione anche la situazione nelle strutture che ospitano persone anziane. Alla casa di lungodegenza Domus Meridiana ieri è stata presa la decisione di trasferire sei o sette degli ospiti risultati positivi al tampone ma attualmente in buone condizioni alla clinica Bonvicini, a Bolzano. «Abbiamo dovuto prendere una decisione non facile – fa sapere Marco Maffeis, il direttore della lungodegenti – e lo abbiamo fatto in stretta collaborazione con le autorità sanitarie preposte. Al pari di altre residenze per anziani colpite, trasferiremo alcuni ospiti affetti da coronavirus ma in buone condizioni di salute alla clinica Bonvicini, al fine di diminuire la carica virale nella struttura. La misura si rende necessaria anche in relazione al possibile fabbisogno di stanze per l’isolamento nel caso di nuove positività al virus che si dovessero riscontrare. I familiari interessati saranno informati dal nostro personale appena possibile, perché siamo ancora nella fase di organizzazione del trasferimento. Gli ospiti trasferiti saranno curati per l’intero periodo di positività da operatori e professionisti qualificati. Confidiamo naturalmente in un pronto rientro alla Domus non appena possibile».

È lo stesso principio adottato anche dalla casa di riposo di via Peter Mayr. Anche in quel caso, la scorsa settimana, otto anziani ospiti sono stati trasferiti in un’ala dell’Hotel Camping Steiner, in via Kennedy, attualmente chiuso in base al decreto ministeriale, dove sono isolati e vengono seguiti esclusivamente dal personale della stessa casa di riposo e dove neppure i parenti possono entrare. In questo caso si tratta di persone positive e il trasferimento ha avuto il duplice scopo di allontanarle dalla struttura, liberando in questo modo le camere doppie (che sono diventate singole) necessarie nel caso in cui anche nella casa di riposo dovessero manifestarsi casi di Covid-19. Con le sole camere singole, sarebbe più semplice mettere in isolamento e in quarantena gli ospiti. La decisione era stata adottata in seguito all’aggravarsi della situazione, a livello provinciale, che sta investendo proprio le residenze per anziani, dove si stanno moltiplicando i casi di contagio. L’allarme coinvoge ovviamente anche il personale, che pure sarà sottoposto a controlli. Alla Domus Meridiana anche qualche operatore è risultato positivo al contagio e attualmente, su 45 impiegati, 21 mancano per vari motivi.













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