Il programmatore di Pineta “trasporta” tutti sulla luna 

Nuove tecnologie. Davide Moriello ha realizzato un ambiente 3D basato sulle foto della Nasa Propone serate per far provare alla comunità le emozioni di Neil Armstrong attraverso un visore


Bruno Canali


Laives. Per chi ancora non l’ha provata, la realtà virtuale - quella in 3D per intenderci - è un’esperienza incredibile. Grazie al computer e a uno speciale visore si entra letteralmente in una realtà simulata, un ambiente tridimensionale costruito al computer che può essere esplorato e con cui è possibile interagire usando dispositivi informatici – visori, guanti, auricolari – che proiettano chi li indossa in uno scenario così realistico da sembrare vero. Ne sanno qualcosa le persone che, una settimana fa, a Salorno, l’hanno sperimentata grazie al lavoro e alla strumentazione di Davide Moriello, programmatore di Pineta, e di Daniel Hafner, specializzato in disegno 3D. A Salorno hanno portato una ricostruzione didattica in tema con l’allunaggio fatto 50 anni fa, il 20 luglio 1969, della navicella americana Apollo 1. Chi ha indossato lo speciale visore è rimasto particolarmente impressionato, perché il tutto è talmente “immersivo” che si perde immediatamente la cognizione del posto dove ci si trova effettivamente, per trovarsi sul suolo lunare accanto a Neil Armstrong, a Buzz Aldrin e al modulo spaziale. Sabato questo “spettacolo” sarà nuovamente a Salorno per chi lo vorrà provare.

«Il lavoro è stato fatto in tempi molto stretti, proprio per la concomitanza con l’anniversario dello sbarco sulla luna – spiega Davide Moriello – utilizzando fotografie ufficiali della Nasa e del modulo lunare in scala 1 a 1. Abbiamo così realizzato una breve storia che, partendo dall’Alto Adige, fa sbarcare sulla luna. Il 3D ha potenzialità enormi e non solo per la parte più nota, quella dei giochi. Senza muoversi da una stanza, ad esempio, si possono visitare musei girando per le sale come se si fosse effettivamente lì».

Un altro lavoro realizzato a scopo didattico è quello su Castelfeder e sui ruderi della chiesa sulla sua sommità. «Abbiamo “scannerizzato” tutto mediante un drone – continua Davide Moriello – e quindi siamo passati alla parte grafica in 3D, col risultato che, indossando il visore, ci si trova immediatamente lì, fra le antiche mura, dimenticando di essere invece in una stanza, accanto a un computer».

Recentemente anche il sindaco Christian Bianchi e l’assessore alla cultura Raimondo Pusateri hanno avuto occasione di provare quest’esperienza. «Come abbiamo fatto a Salorno - dice Moriello - si potrebbe fare anche a Laives, ad esempio in concomitanza con qualche evento, così da far provare a chi ancora non ne ha avuto occasione ciò che la tecnologia oggi è in grado di fare». Dal punto di vista tecnico, oltre alla preparazione specifica, per realizzare questi spettacoli così coinvolgenti servono programmatori appassionati, come sono Moriello e Hafner.

©RIPRODUZIONE RISERVATA.













Altre notizie

Attualità