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La solidarietà dei bimbi di Terlano: donano i loro giocattoli a Natale

Alla scuola primaria di Terlano l'iniziativa dopo aver affrontato in classe il tema dei «Diritti dei bambini».  La maestra Giovanna Quaranta: «Hanno capito di essere fortunati ma anche che a Natale è bello ricevere ma ancora di più donare»


Massimiliano Bona


TERLANO. A Natale è bello poter raccontare anche storie belle e semplici, che toccano le corde del cuore. Questa volta i protagonisti sono i bambini della scuola primaria di Terlano che hanno capito di essere nati «nella metà più fortunata del mondo» e hanno deciso, spontaneamente, di donare parte dei loro giocattoli ai coetanei meno fortunati. A spiegare questo piccolo miracolo, in termini di sensibilità e generosità, sono state la maestra Giovanna Quaranta e l’addetta alla segreteria Paola Manini, entrambe fiere dell’atteggiamento di bambini e bambine.

Dopo aver affrontato in classe il tema dei Diritti dei bambini gli alunni della scuola primaria italiana di Terlano hanno raccolto giocattoli nuovi e usati in buono stato e li porteranno all’Associazione Caritativa Santo Stefano di Oltrisarco che si occuperà della distribuzione a coetanei più bisognosi.

La maestra: «Hanno capito che a Natale è bello ricevere ma ancora di più donare».

Questa iniziativa è stata frutto di un piccolo, ma importante, percorso.

«Hanno compreso - spiega la maestra Giovanna Quaranta - che non tutti i bambini sono "fortunati". Fortunati ad avere una casa, una famiglia, un'istruzione o un semplice giocattolo. Ad un tratto una vocina, tra i banchi, ha chiesto semplicemente: “Maestra, cosa possiamo fare? Io ho un sacco di giochi che non uso più”. Così tutti insieme abbiamo deciso di organizzare questa raccolta, alla quale tutti i bambini hanno partecipato con entusiasmo. Hanno capito che a Natale è bello ricevere, ma è ancora più bello donare. La scuola non deve essere solo un luogo dove apprendere la conoscenza della diverse materie ma deve avere come scopo quello di formare i giovani a educare se stessi per tutta la vita».

Milioni di bimbi a cui viene negato il diritto al gioco e all’istruzione.

Sono circa 218 milioni i bambini del Sud del Mondo ai quali ogni giorno vengono negati il diritto al gioco o all’istruzione a causa dello sfruttamento del lavoro minorile. Data la loro piccola statura sono perfetti per essere impiegati nei lavori più duri come le miniere. Spesso le gallerie hanno spazi ridotti per consentire l’accesso a un adulto ma anche nei campi dove vista la loro statura sono più veloci e possono essere retribuiti meno di un adulto. In alcuni casi i bambini sono costretti a lavorare 10-15 ore al giorno.

Circa 170 milioni di minorenni lavora e quasi la metà di essi è impiegata in attività pericolose. Circa 98 milioni lavora ogni giorno nei campi. La piaga del lavoro minorile è diffusa soprattutto in Africa (72 milioni), Asia e Paesi del Pacifico (62 milioni), America Latina e Caraibi (11 milioni), Arabia Saudita (1,2 milioni) e Asia Centrale (5,5 milioni).

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