Materna tedesca a rischio: la coop lascia la gestione

Laives. Assemblea movimentata, quella della cooperativa che finora ha gestito la scuola materna tedesca di via Pietralba. I soci si sono ritrovati lunedì sera per decidere se confermare o annullare...



Laives. Assemblea movimentata, quella della cooperativa che finora ha gestito la scuola materna tedesca di via Pietralba. I soci si sono ritrovati lunedì sera per decidere se confermare o annullare la precedente deliberazione con la quale era stato deciso di concludere la gestione restituendo l’immobile che ospita la materna tedesca alla parrocchia, che ne è proprietaria.

Come aveva preannunciato, Sylvia Clementi, presidente della cooperativa, ha rassegnato ufficialmente le dimissioni e altrettanto hanno fatto la sua vice e altri componenti del direttivo della cooperativa. Ha prevalso l’intenzione di chiudere la gestione, restituendo la materna alla parrocchia, e adesso tocca a Tschirner, indicato come nuovo presidente della cooperativa, cercare di ricucire lo strappo. Il tempo a disposizione non è molto, perché a settembre bisognerà avere un quadro chiaro della futura gestione della materna.

Dalle ferie, dove si trova, il vicesindaco Giovanni Seppi sta seguendo passo per passo l’evolversi di questa situazione, con un preciso traguardo: «Fare in modo – dice – che a settembre la scuola materna tedesca di via Pietralba riapra normalmente la porta ai bambini iscritti. Adesso il nuovo presidente riprenderà i contatti con la parrocchia per quanto riguarda la messa a disposizione della struttura che ospita la materna e in parallelo noi, come amministrazione comunale, stiamo trattando con la parrocchia per una eventuale presa in gestione della struttura per tre anni. Spero proprio che alla fine prevalga il buonsenso e che a settembre si possa riprendere l’attività. Già la pandemia ci pone di fronte a notevoli problemi e preoccupazioni in vista della riapertura di asili e scuole e non è il caso di crearne altri per quanto riguarda la gestione».

Il nodo del contendere - come aveva sottolineato ancora lo scorso anno Sylvia Clementi - sta nel rapporto fra cooperativa ed ente pubblico, rapporto troppo farraginoso, aveva spiegato: «Noi siamo tutti volontari, ma nonostante questo dobbiamo assumerci un carico pesante di impegni e responsabilità». Altro problema, il fatto che trattandosi di una cooperativa privata l’accesso ai contributi pubblici è più difficile.













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