Laives

Multato con lo speedcheck, volontario lascia il servizio 

Con la sua automobile stava portando i pasti ad alcuni anziani ed è passato a 59 km all’ora dove il limite è 40: «Farò beneficenza con i soldi delle sanzioni che eviterò»



LAIVES. Gli speedcheck non guardano in faccia nessuno e, a Laives, hanno colpito un volontario impegnato nella consegna di pasti a domicilio.

I famosi “bidoni arancioni”, contenitori degli apparecchi mediante i quali le polizie locali effettuano i controlli della velocità, stanno proliferando un po’ ovunque e in questi anni hanno fatto la loro comparsa anche sul territorio comunale di Laives.

In particolare il dispositivo posto all’ingresso sud della città di Laives ha già fatto spesso discutere per il fatto che sia tarato sui 40 chilometri orari, un limite che a molti automobilisti è sembrato e sembra troppo basso per quel tratto di strada. Da qui le richieste periodiche di ridefinire quel limite, fissandolo a 50 chilometri orari, come è, ad esempio, lungo il rettilineo a sud di San Giacomo, tratto considerato da molti anche più a rischio per la presenza di diverse abitazioni.

Tutto questo è anche alla base dell’amaro sfogo di M.D. cittadino che da vent’anni presta servizio come volontario per la distribuzione dei pasti agli anziani. “Il 28 febbraio - scrive il volontario rivolgendosi al nostro giornale – stavo transitando con l’auto di servizio del Distretto sociale di Laives lungo la statale 12 a sud di Laives. Sono passato, ovviamente, anche davanti allo speedcheck che si trova di fronte alla pizzeria Da Carlos, prima dell’ingresso a Laives, senza problemi.

Dopo qualche tempo però mi è stata recapitata dalla polizia locale di Laives una sanzione di 183 euro (ridotta a 131,10 euro pagando entro 5 giorni) con la decurtazione di 3 punti sulla patente, il tutto per essere passato in quel punto a 59 chilometri orari anziché a 40, come è il limite lì. Mi chiedo anche che senso abbia uno speedcheck con questo limite così ridotto, collocato in quel punto della strada, anziché alle scuole ad esempio o nel centro dell’abitato a tutela dei cittadini.

Per concludere - sottolinea il volontario - pagata la multa, ho deciso di interrompere, mio malgrado, questo mio servizio di volontariato, poiché in futuro vorrei, con i soldi delle mancate multe, fare beneficenza a favore di chi ha veramente bisogno e non regalarli all’ente pubblico, al quale, tra l’altro, pago regolarmente le tasse”.

In merito agli speedcheck, è dal loro esordio lungo le strade che gli automobilisti interpretano la loro presenza come un sistema dei Comuni per “fare cassa”, anche se la Polizie locali, e anche quella di Laives, hanno sempre sottolineato che utilizzano questi strumenti “con parsimonia e non certo per fare cassa”.

Rimanendo comunque a Laives sud, forse si rifaranno ora sentire le richieste di portare il limite a 50 chilometri orari.













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