«Protestare è legittimo, ma solo rispettando la salute»

Laives. Dragutin “Drago” Doderovic (Uniti per Laives) di professione fa il pubblico esercente e ritiene giusto protestare (solo con la mascherina) per queste tre settimane di chiusura ma non se...



Laives. Dragutin “Drago” Doderovic (Uniti per Laives) di professione fa il pubblico esercente e ritiene giusto protestare (solo con la mascherina) per queste tre settimane di chiusura ma non se questo può danneggiare la salute degli altri.

«Caro Drago, purtroppo sono ancora attaccato all’ossigeno, penso che poi mi trasferiranno in qualche centro di riabilitazione. Purtroppo le forti cure mi hanno portano un po’ di nuove sfortune: diabete e tanto altro. Però dicono sia abbastanza normale. A parte questo sono contento perché vedo un costante recupero... Grazie».

«Queste sono le parole di una persona cara – spiega Doderovic – da un mese ricoverata in terapia intensiva all’ospedale di Bolzano. Nei giorni scorsi diverse persone sono scese in piazza a protestare per la gestione della Provincia in questo ultimo anno di Covid. Dopo un anno di sofferenze e di privazioni di ogni tipo siamo pressoché al punto di partenza e l’ennesimo lockdown di tre settimane è difficilmente accettabile da un punto di vista economico e di tenuta psicologica. A mio avviso è giusto chiederne conto a chi di dovere e chiedere al contempo di rivalutare tutto».

Detto questo, Doderovic ribadisce che «protestare stando ammassati e senza rispettare il distanziamento è controproducente e pericoloso per la salute pubblica. Ribadisco anche, qualora fosse necessario, che per quanto mi riguarda nel 2020 non ho organizzato nemmeno un evento né al bar né altrove, neanche quando si poteva, perché volevo escludere a priori la possibilità che qualcuno si ammalasse nell’ambito di una mia iniziativa. E chi mi conosce sa benissimo quanto questo possa avermi dato fastidio. Quindi possiamo e dobbiamo protestare, ma se protestiamo mettendo in pericolo la salute del prossimo, io non ci sto, grazie. Ho protestato e protesterò ancora, ma terrò sempre presenti le parole del mio amico ricoverato in terapia intensiva, di molte altre persone nella sua stessa condizione e delle persone che lavorano 15 ore al giorno prendendosi cura di noi». Un atteggiamento responsabile, che invita anche qualche collega a farsi sentire, ma in modo responsabile. E sempre rispettando le regole.













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