Laives. Come in tante altre piazze italiane e altoatesine, anche a Laives, davanti al municipio, sabato è stato allestito uno stand della Protezione civile, presenti diversi volontari che fanno parte del gruppo locale. «Io non rischio», questo il titolo dell'iniziativa, durante la quale sono anche stati distribuiti materiali esplicativi di quelle che sono le attività e gli ambiti nei quali interviene la Protezione civile. Per quanto riguarda Laives, era a disposizione un riassunto del Piano di protezione del territorio e della sua popolazione in occasione di eventi calamitosi, siano essi un'alluvione o un terremoto. La sala operativa della protezione civile a Laives è ospitata nei locali della caserma dei vigili del fuoco, in via Stazione ed è lì che periodicamente si riunisce l'apposito comitato. Storicamente, per il territorio comunale di Laives uno dei potenziali rischi è rappresentato dalla presenza di tre torrenti che scendono alle spalle degli abitati, come si verificato anche recentemente con la piena improvvisa del rio Dolce, a Pineta, dopo un violento acquazzone, che aveva portato fino alle porte della frazione in pochi minuti, 150mila metri cubi di fango, sassi e alberi sradicati. E grande festa anche a San Giacomo davanti alla Caserma dei vigili del fuoco volontari, un’iniziativa molto apprezzata dagli abitanti della frazione. «Con pazienza - scrive in un post Sabrina Artioli -ci hanno aperto la loro caserma e con dettaglio spiegato tutto il materiale che c'è all'interno. Dai vari camion che hanno, gli interventi come vengono studiati e come comandati. In base a cosa vedono e sentono come partono per l'intervento, cosa affrontano dai pericoli alle gioie di essere riusciti ad esserci e ad aver portato la situazione sotto controllo. A tutte le esercitazioni che fanno per essere pronti: dal mantenere in ordine l'attrezzatura al ripassare le varie regole. Tutto sotto occhi attenti e di bambini e genitori. Ti rendi conto dell'importanza di queste persone, del tempo che dedicano al volontariato e che tolgono alle loro vite e famiglie. Non dobbiamo mai scordarlo». (bc)