Un fiume di fango invade Pineta

Laives. Notte di paura a Pineta, per l’ondata di piena del rio Dolce, che ha trasportato a valle 15 mila metri cubi di materiale. Si parla di massi grandi come automobili e alberi sradicati e portati...


Bruno Canali


Laives. Notte di paura a Pineta, per l’ondata di piena del rio Dolce, che ha trasportato a valle 15 mila metri cubi di materiale. Si parla di massi grandi come automobili e alberi sradicati e portati a valle da un fiume di fango. È successo verso le 21 di martedì, quando sulla zona si è abbattuto un acquazzone di eccezionale intensità che in pochi minuti ha fatto cadere un’enorme quantità di pioggia. Dei due torrenti che scendono a Pineta (l’altro è il rio Lusina), il rio Dolce è quello che, da anni, era praticamente a secco. Ma l’enorme quantità di pioggia caduta l’altra sera, concentrata in pochi minuti, ha provocato uno smottamento a monte, nella zona della parete “Rotwand”: fango, sassi e tronchi sono stati trasportati fino a valle per quasi un chilometro, distruggendo diversi tratti di strade forestali. Non si sono registrati danni, salvo la necessità di ripulire al più presto l’invaso del rio Dolce alle porte di Pineta – operazione avviata immediatamente, già nella notte – perché le previsioni meteo danno ulteriori temporali nei prossimi giorni. Fortunatamente non è stato necessario evacuare persone.

Paura tra i residenti.

«Verso le 21.30 abbiamo sentito un forte rumore – dice Renzo Gerolimon, che abita in via Aldo Moro, a Pineta monte, poco distante dal rio Dolce – e abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di preoccupante. Per fortuna il nubifragio è stato breve, altrimenti tutto quel materiale trascinato a valle poteva invadere le strade di Pineta. E allora sì che i danni sarebbero stati notevoli». Altri residenti della zona raccontano di essere rimasti fuori casa a osservare il lavoro di contenimento del fiume di fango fino a mezzanotte: «Non è che si potesse dormire tranquilli». «È stato traumatico – dichiarano altri –, dietro le nostre case si è creata una sorta di diga. Se non fossero intervenuti i vigili del fuoco, il fango avrebbe invaso cantine e primi piani».

Le operazioni di contenimento.

Parole confermate dal vicesindaco Giovanni Seppi, subito accorso sul posto assieme ai vigili del fuoco. «Il problema, come ha rilevato il geologo, è sorto a monte, in un avvallamento chiamato “Tiefenthal”. Qualcosa di simile, mi hanno detto i residenti, si era verificato fra il 1956 e 1958, quando i problemi furono anche maggiori. L’acqua che è scesa dalla valle del rio Dolce ha scavato un solco profondo fino a 7 metri, per altrettanti di larghezza, e alberi, massi e detriti sono stati trasportati a valle. Fortuna che il nubifragio è durato poco e che alcuni mesi fa i Bacini montani avevano provveduto a ripulire il letto del rio Dolce e ad allargare l’invaso nei pressi dell’abitato, dove c’è la griglia». Quest’ultima ha retto bene, bloccando gran parte del materiale, impedendo così che andasse a chiudere il “tombone” dove poi l’acqua si incanala verso valle. Anche le altre griglie, più a monte, risultano piene di sassi e tronchi.

Scattato l’allarme, nel giro di pochi minuti sono arrivati i vigili del fuoco di Laives e poi quelli permanenti di Bolzano e i tecnici dei Bacini montani provinciali. Gli stessi vigili del fuoco hanno chiamato i titolari della ditta Curti Martin e della Mazzarol, di Laives, che dispongono di escavatori con bracci molto lunghi, in grado di raggiungere l’alveo del torrente rimanendo sul bordo. Così si è iniziato immediatamente a togliere materiale dall’invaso per impedire che tracimasse in strada. «Ringrazio tutti per la rapidità dell’intervento, che ha impedito conseguenze ben più drammatiche», dichiara Seppi.

Settimane di lavoro.

Il lavoro continuerà anche nei prossimi giorni, in modo da abbattere il rischio residuo. Ieri la Protezione civile ha diramato una nota nella quale quantifica in 150 mila euro il costo degli interventi da fare per riportare in sicurezza il torrente con massima urgenza. «Il peggio – spiega Peter Egger, direttore dell’Ufficio sistemazione bacini montani sud – è stato evitato grazie alla presenza di due bacini di contenimento, uno sopra Pineta e uno lungo il corso del rio Dolce. In caso contrario ci sarebbero potuti essere danni nella zona residenziale». «Ancora una volta – aggiunge il direttore della Protezione civile provinciale, Rudolf Pollinger – abbiamo avuto la dimostrazione di quanto importanti siano le opere di protezione per mettere il territorio al riparo dai rischi naturali».













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