l’analisi

Lavorare fino a 65 anni? Gli altoatesini dicono sì ma con più soldi e meno ore

Indagine di Ipl: un terzo degli intervistati dichiara che dubita di essere in grado di svolgere il proprio lavoro a 65 anni



BOLZANO. Due terzi dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti dell'Alto Adige ritiene che a 65 anni sarà in grado di svolgere ancora l'attuale professione, mentre il restante terzo nutre seri dubbi rispetto a questa eventualità.

Lo rivela l'indagine primaverile del Barometro dell'Ipl-Istituto promozione lavoratori.

Il 72% di chi sostiene di non riuscire ad arrivare all'età pensionistica attribuisce la colpa allo stress mentale, mentre il 57% afferma che i carichi fisici del proprio lavoro sono troppo alti per continuare fino in età avanzata.

Una cosa è certa: per riuscire a lavorare agevolmente fino a 65 anni devono essere presenti determinate condizioni. L'incentivo più diretto è, come spesso accade, la prospettiva di un salario più elevato.

Il 78% degli intervistati, infatti, dichiara che lo stipendio è per loro è un fattore determinante nel decidere se rimanere o meno.

A poca distanza segue la "riduzione dello stress sul lavoro" (il 77%). Tra le altre misure richieste troviamo giornate o settimane lavorative più brevi (il 69%) e la possibilità di un orario di lavoro più flessibile (66%).

"L'attuale carenza di manodopera - commenta il direttore Ipl, Stefan Perini - richiede di vagliare tutte le possibilità per tenere nelle aziende e negli enti dell'Alto Adige il maggior numero possibile di occupati in età lavorativa avanzata, sempre che questi lo desiderino". 













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